mercoledì 23 settembre 2015

Monte Giove (3009 m.) da Sagersboden - Val Formazza - Piemonte

Una telefonata del Claudio, a cui è pressoché impossibile opporsi, mi convoca per unirmi a parte della truppa che ha intenzione di fare visita al Monte Giove, eccezionale pulpito panoramico in Val Formazza, nel gruppo delle Lepontine. Noto infatti come il "Belvedere dell' Ossola", ed aggiungo a piena ragione, questo "gigante buono" quotato sulla carte 3009 metri s.l.m. risulta essere la maggiore elevazione di un isolato gruppo montuoso capace di uno straordinario colpo d'occhio sull'intero arco alpino. Tanti i laghi attraversati, artificiali e non, splendido il contesto alpino che avvolge il viandante durante l'intero itinerario. Unico neo, se tale può considerarsi, è l'avvicinamento dannatamente lungo, sia nel suo sviluppo chilometrico, sia nel dislivello complessivo che risulta appena sopra la media. Itinerario per chi ha buone gambe e determinazione, poiché i tempi risultano essere ristretti a seguito dell'utilizzo della seggiovia. La passeggiata è del 20 Settembre scorso, foto con Sony Alpha 390... 

Note tecniche : 

Difficoltà : E (attenzione però all'avvicinamento che risulta molto lungo!!!)

Dislivello : 1483 metri

Sviluppo : 24,5 Km

Interesse : paesaggistico

Oltrepassata la città di Domodossola, si prosegue sulla superstrada del Sempione per uscire a Crodo, percorrere per intero la Valle Antigorio ed indirizzarsi successivamente verso la Val Formazza. Giunti al paese di Valdo, chiari cartelloni pubblicitari, indicano per la seggiovia di Sagersboden, ripida e obsoleta come poche altre mai provate da me (10 euro a/r). Il piazzale è comunque ampio, trovare posto per l'automobile risulta facile, dunque si parte con la prima corsa delle 8.00 am che ci catapulta a 1772 metri di altitudine. Percorso obbligato, impossibile sbagliare, dunque su brutta e monotona sterrata ci si dirige verso Ovest fino a raggiungere il Rifugio Margaroli (2194 metri), posto in prossimità del lato Orientale della diga del Vannino (segnavia G31 per Rifugio Myriam, Rifugio Margaroli, Passo del Busin). Traversata la diga, ci si porta ora sulla sponda Orientale del bellissimo Lago del Vannino, fino a pervenire nei pressi dell'Alpe Cortenova. Attenzione in questo passaggio a non deviare sul sentiero alto che ha inizio alla nostra sinistra poco dopo la diga del Vannino, poiché pare non transitabile a seguito di alcuni smottamenti. Dall'alpe sopracitata, una palina segnavia, ci indirizza molto comodamente verso Sud, per portarci all'ampio Passo del Busin (2493 metri). Di buon cammino, dall'arrivo della seggiovia al passo, ci abbiamo impiegato 2 ore e 5 minuti, ma questi tempi sono puramente indicativi poiché, come già detto sopra, si necessita di buona gamba. Panorama imbarazzante da questa isolata sella, ove lo sguardo spazia dal Lago del Vannino a quello del Busin Inferiore, dalla Punta d'Arbola al Blinnenhorn, dal Monte Minoia ai coreografici Corni di Nefelgiù. Dopo una breve sosta, si riprende il cammino perdendo circa un centinaio di metri di dislivello su di un'evidente sentiero (segnavia  G33 per Lago Busin Inferiore, Monte Giove), che ci conduce sulla sponda Orientale del Lago Busin Inferiore. Dopo averla percorsa per intero, si giunge all'ex Rifugio Busin, oggi trasformato in spartano ma grazioso bivacco, dal quale piegando decisamente a Nordest si punta il versante Occidentale del Monte Giove. Attenzione qui a non perdere la poco visibile traccia che solo oltre si ritrova più evidente (indicativamente, pochi ma utili ometti di pietre aiutano nell'orientamento). Con pendenza che via via va aumentando, si raggiunge la base del ripido spallone Ovest del Monte Giove; c'è da rimanere estasiati davanti a tutto questo caos geologico, avvolti come si è in uno splendido anfiteatro roccioso capace di catapultarci in un contesto lunare ed abbandonare dietro di sé i dolcissimi prati fin d'ora percorsi. Alcuni segnavia a vernice aiutano ad orientarci su questo vastissimo spallone che risulta comunque un poco faticoso, per via della ripidità del terreno, dell'instabilità di questa immensa pietraia, nonché per la spolverata notturna di neve che di certo non agevola il progredire. Il grandioso panorama appaga però di ogni fatica fin qui compiuta e l'arrivo sull'ampia cresta rocciosa lo si effettua con gli occhi letteralmente sbarrati (4 ore e 15 minuti). Non costa fatica questa montagna, ciò che offre al visitatore è ben più grande e prezioso di ogni goccia di sudore versata per salirvi in vetta... 


La Punta d'Arbola come appare dalla sterrata per il Rifugio Margaroli


In circa un'ora, di buon passo, giungiamo alla base della diga del Lago del Vannino. Non c'è bisogno di salirvi su poiché una traccia permette di tagliare alla base di essa e portarsi sulla sponda Orientale del lago...


...dal quale è eccezionale il colpo d'occhio sul Monte del Sasso e la Punta della Scatta


Alle nostre spalle, da sinistra a destra, Punta Lebendun, Punta del Ghiacciaio di Ban e Punta dei Camosci. L'ampia insellatura in ombra è il Passo di Nefelgiù, alla cui destra sorgono gli omonimi Corni. In luce, sul fondolago, si intravede il Rifugio Margaroli


Oltrepassata l'Alpe Cortenova, il gruppo sale comodamente al Passo del Busin...


...dal quale si fa eccezionale il panorama sulle montange a Nord del Lago di Vannino


A sinistra la Punta d'Arbola mentre in basso il Lago del Vannino, così come appaiono dal Passo del Busin


 Il versante Occidentale della Punta Clogstafel, satellite settentrionale del Monte Giove


La Punta d'Arbola, vera e propria regina di questa subregione Alpina


Il Lago Busin Inferiore, sormontato dalla splendida piramide del Monte Minoia 


Finalmente ecco apparire in secondo piano il Monte Giove


In secondo piano, il Lago Busin Superiore con alla sua destra il Monte Minoia


In questa foto è evidente la ripidità dello spallone Occidentale del Monte Giove. Il contesto in cui si è avvolti è qualcosa di eccezionale...


...anche se il buon Graziano probabilmente non la pensa uguale


Questa fotografia è stata scattata dalla parte mediana dello spallone sopracitato. Il colpo d'occhio è di primissimo livello, con gran parte dei colossi del Sempione ben ossevabili


Breve sosta oramai prossimi all'uscita in cresta


Imbarazzante panorama dalla vetta del Monte Giove. In primissimo piano la Punta Clogstafel, mentre sullo sfondo, al centro della fotografia, l'acuminata sagoma del Finsteraarhorn. A sinistra, con il suo malridotto ghiacciaio, la Punta d'Arbola, a destra il Blinnenhorn


Il Lago del Toggia ed il Lago Castel dalla vetta del Monte Giove. Sulla destra, l'imponente sagoma del Monte Basodìno


Solita apparizione del Claudio...Peccato io fossi di spalle!!!


Incredibile nelle forme e nella mole, nonché a mio giudizio una delle più belle montagne dell'intero arco Alpino, il Finsteraarhorn


L'immenso Ghiacciaio del Rodano come appare dalla vetta


Il Monte Basodìno come appare dalla vetta del Monte Giove..


...ma da essa c'è addirittura la possibilità di scorgere le montagne di casa...Sulla linea dell'orizzonte, al centro della foto, da sinistra, Grigna Settentrionale e Grigna Meridionale


Lago naturale del Busin Superiore e Lago artificiale del Busin Inferiore dalla vetta del Monte Giove


Finsteraarhorn ed al centro della fotografia il Blinnenhorn


Poker d'assi in vetta al Monte Giove. Da sinistra, Marco, Claudio, Graziano e Lino


Improponibile nella mole e nelle forme ecco apparire anche il Bietschhorn


L'ampia insellatura del Passo Busin come appare dall'omonimo lago inferiore...


...di riflesso, ecco come appare il Lago Busin Inferiore dall'omonimo valico


Punta d'Arbola...


...con il suo malridotto ghiacciaio


I colori dei prati lasciano oramai intendere l'avvicinarsi dell'autunno


I Corni di Nefelgiù


Una splendida cascata sul sentiero per Sagersboden...Alla prossima ed attenti alle apparizioni in vetta!!!





giovedì 17 settembre 2015

Palon di Resy (2675 m.) con passaggio sul versante Nord - Val d'Ayas - Valle d'Aosta

Proseguiamo oggi con un'altra passeggiata in Val d'Ayas, affinché il lettore possa avere una visione più ampia e completa di questa affascinante area alpina, già trattata precedentemente con l'itinerario dello Zerbion e, marginalmente, con la vetta della Roisetta. Il Palon di Resy (2675 metri) è una classicissima e gettonatissima meta di questa valle, dunque, in compagnia di Enrico, abbiamo cercato di isolarci maggiormente dalla gente presente su questi sentieri (ciò nonostante non abbiamo incontrato anima viva!!) percorrendo un anello che però mi sento di sconsigliare a chi di montagna non è davvero pratico. Panorami sul Monte Rosa di prim'ordine, lo stesso dicasi su altri giganti della valle, quali il Grand Tournalin, la Roisetta, la Becca di Nona, il Rothorn e mille altri ancora. Dimenticavo....Passeggiata del 26 Settembre 2010, foto con Panasonic Fz 50....

Note tecniche :

Difficoltà : EE (E fino alla vetta, poi tratti esposti, passaggi di facile arrampicata e totale assenza di segnavia o traccia di sentiero)

Dislivello : 980 metri

Sviluppo : non avendo dietro il gps non ho purtroppo un dato attendibile

Interesse : paesaggistico, botanico, faunistico

Usciti a Verres dall'autostrada A5 Torino-Aosta, si prosegue per la Val d'Ayas fino a raggiungere il grazioso borgo di St. Jacques. Parcheggiata l'autovettura ora bisogna indirizzarsi verso la piccola chiesa in Chemin de Resy, dove in prossimità del termine della strada si trova una palina segnavia. Zaino in spalla ci si incammina dunque sul sentiero numero 9 che, nel bellissimo bosco di conifere, permette di raggiungere senza difficoltà alcuna la soleggiata frazione di Resy (2060 metri). Per conoscenza, in prossimità di questo incantevole borgo alpino sorgono sia il Rifugio Ferraro che il Rifugio Guide di Frachey. Da questo borgo ha inizio una brutta sterrata che, sviluppandosi in direzione Orientale, conduce al Colle di Bettaforca: noi la dobbiamo percorrere fortunatamente per poche centinaia di metri poiché sulla sinistra, in corrispondenza di un grosso masso, alcuni segnavia a vernice ci suggeriscono di abbandonare questa strada in favore di un agevole sentiero che va inoltrandosi nuovamente nel bosco (segnavia 8c/8d). Fuoriusciti dalla fitta vegetazione, si perviene ad un bivio ed, ignorata a destra la traccia per i Laghi di Resy ed il Monte Rosso (segnavia 8d), proseguiamo diritti oramai prossimi alla croce di vetta (segnavia 8c). Un breve e facile passaggio in cresta permette di toccare i 2675 metri di vetta (circa 2 ore e mezza dalla partenza). In cerca di un possibile percorso che permettesse il compimento del giro ad anello, io ed Enrico ci siamo portati poi sulla cresta Nordovest del Palon di Resy, ingannati da una traccia che invogliava a percorrerla. Tutto facile anche se piuttosto esposto, oltretutto, incuriositi dalla presenza di alcuni stambecchi, abbiamo proseguito fino a che la cresta non permetteva più di disarrampicare in sicurezza (servivano corda e protezioni). Dispiaciuti per aver sprecato tempo ed energie, ma gratificati da alcuni scatti fotografici che ci hanno permesso di godere appieno di questo brullo ambiente, torniamo dunque sui nostri passi, per scendere al bivio sopracitato tra il sentiero 8c e 8d. Pieghiamo ad Oriente in direzione dei Laghi di Resy che però non raggiungiamo perché la nostra attenzione era stata captata dal dirupato e scosceso versante Settentrionale del Palon di Resy, che volevamo attraversare certi della presenza di alcuni stambecchi osservati durante la percorrenza della cresta Nordovest. Abbandoniamo dunque la traccia che scende ai laghi per compiere un traverso in direzione di una prima forcella che sorge tra il Monte Rosso ed il Palon (è impossibile sbagliare poiché intorno non è possibile salire!!). Con facile e divertente arrampicata, ci si porta in un anfiteatro roccioso di enormi sfasciumi, dal quale è possibile osservare il secondo passaggio obbligato per portarsi sul versante nord della montagna. Osservando infatti verso la Rocca di Verra (Ovest, Nordovest), si scorge un intaglio piuttosto agevole e ben gradinato posto alla base di una parete strapiombante (attenzione a eventuali scariche!!). A questo punto si è scavalcata la cresta del Palon e ci si immette in una specie di piccolo anfiteatro roccioso: da esso, scendono due canali, entrambi in direzione del sottostante Piano di Verra inferiore. Attenzione a non imboccare quello più a Nord, perché puntualmente ci siamo fatti ingannare: questo scendeva molto comodo per alcune centinaia di metri ma poi presentava un salto molto ripido ed impraticabile. Dall'anfiteatro roccioso bisogna prendere come riferimento la croce di vetta del Palon di Resy e calarsi in un angusto canale detritico che man mano diviene più agevole ed ampio fino a che non va incontrando il bosco. Un pò a naso, un pò perchè altrimenti non potevamo andare da altre parti, tocchiamo infine dopo un pendio molto ripido l ameno pianoro del Piano di Verra inferiore. In tutta onestà, eravamo stanchi, il dislivello sopracitato è quello effettivo della sola salita alla vetta per la via normale, noi ci ritrovammo a girovagare spesso a vuoto e inutilmente in cerca di una via che non era segnata su alcune carte, su pendii spesso scoscesi e terreno instabile. Raggiunti i piani, si incrocia infine una terribile strada sterrata che conduce monotonamente all'abitato di St. Jacuqes. Probabilmente qualcuno ha voluto darci una mano, fatto sta che dopo poche centinaia di metri di cammino su questo scempio di strada alzo il pollice della mano destra... Si ferma un pick up...Da dove arrivate mi chiede il buon uomo? Gli indico il Palon di Resy.... Caspita vi siete persi allora? Non dimenticherò mai la sua mimica facciale!! Sogghigno tra me e me... Senta, non siamo della zona, non è che ci accompagnerebbe a St. Jaques vado io domandandogli....Lui è disponibile, ma non ha posto in auto...Ci butta sul cassone del pick up...da qui è grandiosa la morena del Ghiacciaio di Verra...Ci guardiamo negli occhi io ed Enrico, sguardo complice ed appagato, sappiamo che anche oggi c'è stato di che divertirsi....
  


Cartina con traccia...In rosso la salita, in verde la discesa...Si tenga presente che ho volutamente omesso le varie divagazioni per non creare ulteriori difficoltà di orientamento...


Dal borgo di Resy...Il gruppo del Grand Tournalin


Imbiancata da una spolverata notturna, la Becca di Nona


Ecco il Monte Zerbion. La vera vetta è quella in ombra, alla sua destra sono identificabili le due anticime citate nel precedente post


Comodi e dolci pendii per la salita al Palon di Resy


Enrico...Qui, impossibile davvero perdersi...


Panorama dal sentiero 8c


Raggiunta la cresta con le dovute cautele per via di una nevicata notturna, si fa eccezionale il panorama sul Ghiacciaio di Verra con la sua mastodontica morena!!!


Panorama dalla cresta... 


...dalla quale bisogna stare attenti, soprattutto in presenza di neve. In luce il Lago Blu nel Vallone di Verra, passaggio obbligato per salire al Mezzalama ed alle Guide d'Ayas..


Oltre la croce di vetta, la cresta si fa inizialmente più agevole ed ampia...Ma sarà un inganno poiché più avanti non ci saranno le dovute condizioni per procedere in sicurezza senza protezioni. Oltretutto la neve imprevista ha reso tutto da affrontare con maggiore attenzione...


Croce di vetta del Palon di Resy


Al centro della fotografia l'ampia sella del colle di Bettaforca. Alla sua destra l'omonimo monte, mentre a sinistra la Punta Bettolina. In basso è possibile osservare i Laghi di Resy


I Laghi di Resy come appaiono dalla vetta


Qui iniziamo a percorrere la cresta Nordovest...si nota la croce di vetta del Palon di Resy e sullo sfondo il gruppo del Grand Tournalin-Roisetta


Compresa la pericolosità della cresta, ci portiamo sulla traccia che conduce ai Laghi di Resy (segnavia 8d). In prossimità del ghiaione alle spalle di Enrico, bisogna piegare a sinistra e risalire all'intaglio


Di riflesso, la Punta Bettolina. Qui bisogna abbandonare la traccia che altrimenti si porta sul versante visibile del Monte Rosso conducendo poi ai Laghi di Resy


Per lui la cresta è una sciocchezza!!!


L'ambiente isolato ed incontaminato permette di incontrare camosci e stambecchi a volontà!!!


Ecco come si presenta l'anfiteatro roccioso oltre la prima forcella


Da sinistra a destra...Monte Bettaforca, Monte Rothorn e Testa Grigia... In basso sono ancora osservabili i Laghi di Resy...Dal secondo intaglio non saranno più visibili perché occultati dalla cresta Nordovest del Palon di Resy


Enrico alla base del secondo intaglio che permette di scavalcare la cresta...


....scavalcata la quale è ben visibile in alto a destra la croce di vetta del Palon di Resy. E' indispensabile che questa resti il riferimento per ben orientarsi in virtù della totale assenza di tracce o segnavia


In questa fotografia è visibile il versante occidentale della seconda forcella appena ridiscesa. A destra e sinistra l'imponente cresta Nordoccidentale del Palon di Resy


Si intravedono i Piani di Verra Inferiore...Noi dobbiamo raggiungere la sterrata che si vede in fondovalle ma attenzione a non imboccare questo canalone perché è quello sbagliato!!!


Enrico dopo aver risalito il canalone sbagliato cerca di comprendere la più sicura via di uscita...


Il Lago Blu sovrastato dall'imponente Rocca di Verra...Qui stiamo discendendo il canalone corretto, inizialmente ripido e franoso...


Come ben di vede da questa foto, il canalone si indirizza verso la croce del Palon. E' qui osservabile tutto il repulsivo versante settentrionale della montagna


Man mano che si perde quota il canalone diviene più agevole per assumere negli ultimi metri l'aspetto di una valletta detritica...


Enrico con alle spalle la strada percorsa!!!!


Ancora Grand Torunalin...


Finalmente ai Piani di Verra inferiore con le ginocchia fumanti


In questa fotografia tutta la felicità di Enrico per essere riusciti a scroccare un passaggio, scomodo, ma pur sempre un passaggio....Alla prossima...E attenzione all'orientamento!!!!