martedì 24 novembre 2015

Monte Venturosa (1999 m.) da Capo Foppa - Val Brembana - Lombardia

La Val Taleggio, laterale Occidentale della più nota Val Brembana, ha inizio dal paese di San Giovanni Bianco e si sviluppa fino al Passo della Culmine di San Pietro, valico che la mette in comunicazione con il versante Valsassinese. Nella sua parte bassa, oltre l'abitato di Roncaglia, si trova una spettacolare forra lunga circa 3 km nota come l'Orrido della Val Taleggio, nelle cui viscere rocciose, oltre all'impetuoso torrente, scorre tortuosa la provinciale numero 25. Quest'ultima, fuoriuscita dall'Orrido, giunge presso l'abitato di Sottochiesa, laddove la valle si apre armoniosamente lasciando spazi ad ampi pascoli, antichi insediamenti rurali, torrenti e sinuose mulattiere. Non mancano inoltre le numerose testimonianze di una profonda e sentita religiosità: santelle, chiese, oratori e santuari sono disseminati su tutto il territorio e rappresentano da sempre i cardini di una civiltà contadina e pastorale che in questa valle si è forgiata grazie alla propria tenacia e determinazione. Non vanno infine dimenticate le montagne, splendidi pulpiti panoramici da cui è possibile osservare in maniera privilegiata i luoghi dove questa antica civiltà è nata e si è sviluppata. Oggi sarà per il Monte Venturosa da Capo Foppa, insolito itinerario per creste e scoscesi versanti calcarei che regaleranno al forestiero un sorprendente punto di osservazione su questa meravigliosa valle. Passeggiata del 22 novembre... Foto con Sony Alpha 390...

Note tecniche :

Difficoltà : EE (fino al Passo Baciamorti è un semplice e comodo sentiero. Poi bisogna innestarsi sul sentiero delle Orobie Occidentali che attraversa lo scosceso versante Occidentale del Venturosa, con alcuni passaggi esposti e su terreno molto accidentato. Le creste non presentano difficoltà ma bisogna prestare la dovuta attenzione)

Dislivello : 875 metri

Sviluppo : 13,37 Km

Interesse : paesaggistico, rurale

Da Bergamo ci si indirizza verso la Val Brembana. Giunti a San Giovanni Bianco bisogna deviare a sinistra per la Val Taleggio e, dopo l'attraversamento dell'Orrido, si giunge al paese di Sottochiesa. Si segue per Pizzino, poi per Quindicina ed infine, dopo aver percorso brevemente una strada sterrata si giunge a Capo Foppa (ampio piazzale non asfaltato per il parcheggio!!). Una sbarra metallica non permette di proseguire in automobile dunque ci incamminiamo sulla strada agrosilvopastorale che bisogna seguire per alcune centinaia di metri poiché dopo alcuni tornanti essa si sdoppia (segnavia per Rifugio Gherardi, Passo Baciamorti). Nei pressi di questa diramazione non ci sono però segnavia, dunque attenzione a non sbagliare. Bisogna prendere a destra e seguire in leggera discesa una seconda sterrata che poco dopo diviene sentiero (segnavia a vernice bianco rosso con numero 153). Si traversa lungamente, prima in faggeta, poi per alcuni canaloni fino a giungere al pianoro pascolivo della Baita Baciamorti, oltre la quale si raggiunge l'omonimo Passo (1 ora e mezza circa da Capo Foppa). Numerose paline segnavia suggeriscono ora di indirizzarsi a Sudest e traversare lo scosceso versante Occidentale del Monte Venturosa (segnavia per Passo di Grialeggio). Siamo sul Sentiero delle Orobie Occidentali che però, del sentiero, ha solamente la parte iniziale. Difatti, poco oltre un traliccio per l'alta tensione, il sentiero diviene traccia piuttosto accidentata tra pini mughi: si guadagna quota molto rapidamente poiché il sentiero è obbligato a risalire prima un ripido canalone e successivamente traversarne alcuni dove è necessario prestare attenzione. La traccia, molto labile e spesso franata, cerca di farsi spazio in mezzo ad alcune guglie calcaree che vagamente possono ricondurre all'ambiente della "Direttissima" in Grigna Meridionale. Ogni tanto si va in esposizione per via dei traversi su ripidissimi pratoni, ma la presenza di alcuni mughi a protezione rassicura ed il sentiero, in circa 30 minuti conduce ad un colletto roccioso oltre il quale improvvisamente l'ambiente cambia. E' visibile una baita con annessa stalla di cui però non conosco il nome. La si raggiunge su comodo sentiero quindi, nei suoi pressi, si piega decisamente a Nordest, abbandonando il Sentiero delle Orobie Occidentali. Non vi è traccia né segnavia ma tutto è piuttosto intuibile perché sopra di noi trova sviluppo la cresta Nordoccidentale del Monte Venturosa. La si raggiunge su percorso libero per percorrerne poi a volte il filo senza particolari difficoltà fino alla croce di vetta. La discesa avviene per la cresta opposta, cioè quella Sudorientale (che rappresenta la via normale dal Passo di Grialeggio), tramite la quale ci si porta alla Baita del Giacom, con annesso bivacco invernale sempre aperto. Alle spalle d questo edificio, in prossimità di una pozza di abbeverata, ha inizio una bretella di sentiero che in pochi minuti riconduce sul versante meridionale della montagna, ove si inocrocia nuovamente il sentiero 102 cioè quello delle Orobie Occidentali. Indirizzandosi a Nordovest si perviene alla Baita Caduta e successivamente alla baita con annessa stalla di cui non conosco il nome. Non resta che da ripercorrere con le dovute attenzioni tutto il versante Occidentale del Monte Venturosa e portarsi al Passo Baciamorti da cui, in circa un'ora si torna nuovamente alla macchina. 



Traccia gps...In giallo il nostro errore perché al bivio sulla sterrata bisogna mantenersi su quella di destra come da recensione sopra scritta...


E' mattina presto...


...e la nostra destinazione è ancora in ombra!!! Al centro, il Passo Baciamorti


Le luci del primo mattino regalano splendide tonalità sul sentiero 153 per il Passo Baciamorti...


...credo di non sbagliarmi


La Baita Baciamorti


Il Monte Aralalta come appare dall'area pascoliva della Baita Baciamorti


Numerosi segnavia al Passo Baciamorti...Noi a destra per il Passo di Grialeggio


Da sinistra, la Grigna Meridionale, la Grigna Settentrionale ed il Monte Sodadura


Varcato l'ultimo colletto del versante Occidentale, ecco apparire tutt'altro ambiente. Le pendenze sono ora modeste e davanti a noi appare la baita con annessa stalla di cui però non conosco il nome


Mario nei pressi della baita 


Risalendo i ripidi prati Nordorientali sopra la baita ecco apparire un fugace camoscio


Ecco apparire la croce di vetta del Monte Venturosa. Siamo quasi giunti sul filo della cresta Nordoccidentale della montanga


La cresta non va mai arrampicata, c'è una labile traccia che conduce comodamente in vetta ma attenzione al versante Settentrionale che precipita!!!


Finalmente sul filo di cresta. Indicativamente questa la si prende nella depressione in ombra che resta nascosta dalle rocce in primo piano 


La vetta del Monte Venturosa


La cresta Settentrionale del Monte Venturosa, altra possibile variante riservata ad escursionisti esperti


Eccomi in vetta!!! (Foto di Mario con Leica)


Ampio panorama sulle Orobie Bergamasche dalla vetta del Monte Venturosa. In fondovalle, parzialmente in ombra, il paese di Olmo al Brembo


L'inconfondibile profilo del Resegone. In primo piano, gli ampi spazi soleggiati dei Piani di Alben, dove sorge il Rifugio Gherardi


Dalla vetta, al centro ed in primo piano la piccola piramide erbosa del Monte Sodadura. In secondo piano, da sinistra a destra, Grigna Meridionale, Grigna Settentrionale, Zucconde dei Campelli e Corna Grande di Valtorta


Arriva Mario in vetta


La testata della Val Brembana, ovvero il Gruppo del Pizzo del Diavolo


Il Pizzo dei Tre Signori come appare dalla vetta del Venturosa


Il piccolo ma elegantissimo Monte Sodadura


L'intero Gruppo Valletto-Ponteranica come appare dalla vetta del Monte Venturosa


Mario in vetta


Grandangolo sui gruppi del Pizzo Tre Signori e Valletto-Ponteranica


Lo spettacolare panorama che si apre dalla Baita del Giacom. In fronte a noi il Gruppo Arera-Corna Piana, mentre a destra parzialmente in ombra la scogliera Alben, Cima La Spada e Cima la Croce


Nuovamente sul sentiero delle Orobie Occidentali (102) nei pressi della Baita Caduta


Siamo alla baita con annessa stalla di cui non conosco il nome. Pubblico questa foto per meglio comprendere dove andare a prendere al cresta Nordoccidentale del Venturosa. E' infatti visibile sulla destra della baita l'avvallamento da risalire per portarsi in cresta


Fine del sentiero comodo. Oltre quei mughi si precipita...


in questo canalone da attraversare con cautela per via della traccia accidentata ed un poco esposta. Siamo nuovamente sul versante Occidentale della montagna...


...da cui è però splendido il colpo d'occhio sul Pizzo Baciamorti e sul Monte Aralalta. Alla destra del canalone del Baciamorti, laddove il prato si fa verde, è visibile la Baita Baciamorti 


Cautela perché è ripido e franoso!!!


Una delle tante splendide guglie calcaree del versante Occidentale del Monte Venturosa


Sembra un piccolo Alpaca questo meraviglioso cucciolo di asino!!! Alla prossima...




mercoledì 18 novembre 2015

Monte San Primo (1686 m.) dalla Colma di Sormano - Triangolo Lariano - Lombardia

Per Triangolo Lariano si intende l'area geografica che pone come suoi vertici le città di Como, Lecco ed il paese di Bellagio, posto sull'omonimo promontorio laddove il Lario si biforca. Viene così a formarsi idealmente un triangolo isoscele i cui lati sono delimitati dalle sponde del Lago di Como, mentre la base corrisponde indicativamente alla linea  dei 5 laghi briantei. L'orografia di quest'area presenta rilievi montuosi di tipo prealpino che culminano nel Monte San Primo, massima elevazione della Brianza grazie ai suoi 1686 metri di altezza. La varietà floreale e faunistica di questo territorio, gli incredibili scorci panoramici sul Lario e la fitta rete sentieristica rendono quest'area estremamente attraente in tutte le stagioni, ben adattandosi alle esigenze dei numerosi escursionisti che qui vi mettono piede. Foto con Sony Alpha 390...

Note tecniche :

Difficoltà : E

Dislivello : 684 metri

Sviluppo : 15,90 Km

Interesse : paesaggistico, floreale, faunistico

Da Erba bisogna indirizzarsi con l'automobile verso Canzo e successivamente a Sormano. Giunti in quest'ultimo paese si prosegue fino all'omonima Colma (1123 metri), dove si trova un osservatorio astronomico, una locanda (ex Capanna Stoppani) ed un ampio piazzale per posteggiare la macchina (attenzione perché la sosta è a pagamento). A questo punto, per salire al Monte San Primo senza possibilità di errore, bisognerebbe scendere in direzione Sud (sotto la Colma e cioè da dove siamo saliti in auto) e prendere la strada sterrata che si stacca in prossimità della locanda (segnavia per Rifugio Alpetto di Torno e Monte San Primo). Noi però, volendo evitare parte della noiosa sterrata, ci indirizziamo dal parcheggio verso il "retro" della locanda, laddove una labile traccia conduce oltre un recinto in legno per il bestiame. Intersecata l'ampia dorsale, non resta che da seguirla in direzione Settentrionale fino a che, dopo circa 30 minuti di agevole cammino, si arriva ad incrociare la strada sterrata che sale dalla locanda. Proseguendo sulla pista forestale, si giunge dapprima alla Colma del Bosco e successivamente, dopo una serie di tornanti, all'Alpe di Terrabiotta, luogo caratterizzato da ampi e spogli pendii che concedono panorami mozzafiato sul Lario e sulle montagne circostanti. Dall'ampia sella erbosa che sorge a monte di questo alpeggio, si ha quindi la possibilità di scegliere tra due percorsi: il primo, che noi seguiremo per il ritorno, è quello di  proseguire sulla strada sterrata e traversare il versante meridionale del Monte San Primo fino a portarsi sotto la cima. Un ultimo strappo permette di guadagnare la vetta tramite un comodo sentiero. Il secondo itinerario, che utilizzeremo invece per l'andata, suggerisce di mantenersi sulla cresta Orientale della montagna fino a raggiungerne l'apice contrassegnato da una piccola croce di metallo. Entrambi i percorsi sono privi di difficoltà, spesso battuti anche nel periodo invernale, ma la cautela è bene non dimenticarsela mai.


Traccia gps...In giallo la sterrata che dall'Alpe di Terrabiotta traversa lungamente il versante meridionale del Monte San Primo (usata per la salita)


Dal parcheggio si traversa questo prato con recinto fino a raggiungere la dorsale spartiacque


Alle nostre spalle la lunga dorsale che prosegue verso il Monte Palanzone...


...mentre davanti a noi, apparentemente vicina, la vetta del Monte San Primo. Siamo sulla comoda dorsale erbosa che permette di evitare la prima mezz'ora di noiosa strada sterrata che ha sviluppo dalla locanda della Colma di Sormano


Splendidi alberi poco oltre la Colma del Bosco


Un esemplare di faggio, dilaniato anni addietro da una saetta


Il panorama che si gode dall'ampia sella a monte dell'Alpe di Terrabiotta


Ancora colori autunnali...


I Monti di Tremezzo...Da sinistra, Galbiga, Tremezzo e Crocione. La piramide in secondo piano sulla destra è il Pizzo di Gino, massima elevazione della Val Cavargna


Iniziano le prime coreografiche nuvole


Dalla strada sterrata, l'ultimo traverso prima dello strappo terminale per la vetta


Panorama sul versante Occidentale della Grigna Settentrionale...Al 12 Novembre ancor privo di neve...


Aliscafo sul Lario


Ampio panorama su tutto il settore Occidentale delle Alpi, con in primo piano la lunga cresta Ovest del Monte San Primo


Cascinale sulle pendici Settentrionali del Monte San Primo


I boschi che ricoprono le pendici Settentrionale del Monte San Primo


La lunga cresta Orientale del Monte San Primo così come appare dalla vetta. In secondo piano, il gruppo delle Grigne ed all'estrema destra il Resegone


Nuvole coreografiche


L'unico "strappo" è rappresentato da questo comodo ed ampio sentiero che scende dalla vetta fino alla depressione della cresta Orientale


Ho passato più tempo a guardar le nuvole che non a guardar dove mettere i piedi


Mario in risalita sulla cresta Orientale...


...da cui appare la "piramide" erbosa del San Primo


Ancora splendide pennellate nel cielo


Superata quella che viene definita come "Cima del Costone", inizia la discesa verso l'Alpe di Terrabiotta


Nonostante la modesta quota, il Monte San Primo è capace di spazi molto aperti ed impensabili


L'Alpe di Terrabiotta come appare dalla cresta Est


Ed infine la sterrata che ci ricondurrà monotonamente alla Colma di Sormano...Alla prossima...