venerdì 30 settembre 2016

Monte Legnone (2610 m.) dai Roccoli Lorla - Val Varrone - Lombardia

Noto per essere la più alta vetta della provincia di Lecco, nonché del settore Occidentale delle Alpi Orobie, il Monte Legnone si presenta all'osservatore con eleganti profili che lo rendono di aggraziate forme piramidali nonostante esso rappresenti il poderoso pilastro d'angolo tra il bacino del Lago di Como e la Valtellina. Si eleva a tal punto da essere distinguibile da Milano ed il suo culmine offre in assoluto uno dei più grandiosi panorami delle Alpi Centrali dato che nessun altro rilievo è capace di oscurare la sua immensa mole. Definirlo monte parrebbe quasi riduttivo poiché il Legnone non è semplicemente un'ammasso di pietre, bensì un'icona, un poema, un quadro, l'ultimo intenso sospiro della Catena Orobica prima che essa "affondi" nelle profonde acque del Lago di Como. E sono numerose le leggende che qui parlano di uomini, di orsi e di lupi, persino di streghe ed incantatrici. Giusto per citarne una, narra di un orso e di un toro che si incontrarono su di un sentiero in Val Lesina, posta quest'ultima alle pendici del Monte Legnone. Il sentiero era così stretto ed esposto che entrambi si fissarono lungamente negli occhi. Poi l'orso, a digiuno da settimane, si leccò le labbra, si drizzò sulle zampe posteriori ed attaccò il toro che però più agile, abbassò la testa ed incornò l'avversario contro le rocce aprendogli il ventre. Ma il povero Martin (questo il nome dell'orso, famoso perché ritenuto dalla gente del luogo incatturabile) rimase eretto affinché il toro, nel timore fosse ancora vivo, lo tenesse inchiodato alle sue corna.  Rimasero così per interminabili minuti, ore, giorni, fino alla morte per sfinimento di entrambi. Il Legnone è insomma un mondo in cui è indispensabile avvicinarsi per meglio comprendere la vastità della montagna e per saziare la fame di conoscenza, anche solo limitandosi alle trincee militari che sorgono alle pendici di questo colosso o semplicemente in cerca dei tanti camosci, stambecchi e galli forcelli che qui popolano le sue pendici. Escursione del 25 Settembre scorso in compagnia dell'amico Enzo, foto con Canon 750d...

Note tecniche :

Difficoltà : EE

Dislivello : 1330 metri

Sviluppo : 11,6 Km

Interesse : paesaggistico, faunistico

Da Lecco proseguire sulla SS 36 in direzione di Colico ed uscire a Dervio, dove bisogna poi seguire le indicazioni per la Val Varrone. Oltrepassati i paesi di Vestreno ed Introzzo si raggiunge Tremenico, laddove chiare indicazioni stradali (seguire per Rifugio Roccoli Lorla) suggeriscono di svoltare sulla sinistra lungo il fianco Occidentale del Val Fosasco. Superata infine la frazione di Lavade si perviene all'ampio parcheggio sterrato che sorge in prossimità del Rifugio sopracitato. Ignorate le tracce che scendono al piccolo laghetto alla nostra sinistra, ci si incammina verso il Roccoli Lorla mantenendosi sulla sinistra dell'edificio ed incontrando ben presto una palina segnavia (indicazioni per l'Alpe Agrogno, Bivacco Silvestri Cà de Legn e Monte Legnone). Sull'ampio sentiero sono presenti numerosi segnavia bianco rossi e risulta davvero difficile perdersi. Oltrepassata dunque una stalla (si mantiene bassa sulla nostra destra, è nota come località Mèresc de Scim) si procede tra larici ed abeti fino a passare al di sotto di un'ampio traliccio per l'alta tensione. Poco oltre, dopo una breve discesa, si perviene alla bucolica località dell'Alpe Agrogno, posta sulla sommità della Val Rasga. Superata comodamente questa fascia prativa, si prosegue sulla traccia principale (ignorando le deviazioni per Colico ed il Sentiero dei Pivion) per guadagnare quota su ripidi prati e raggiungere uno sperone roccioso che si aggira sulla destra portandosi in lieve esposizione. Lasciato alle spalle questo corno roccioso, bisogna ora traversare in piano, poco sotto la linea spartiacque, un ripido versante dove si incontrano le prime corde fisse a protezione di un breve passaggio su roccia. Si toccano quindi in successione la Porta dei Merli (2125 metri), il Bivacco Silvestri Cà de Legn (edificato nel lontano 1884) ed un orribile ripetitore. Il sentiero si porta ora sul crinale che presenta un impressionante salto sulla Valtellina, offrendo al tempo stesso notevoli scorci sul Lago di Como. Giunti alla base di una fascia di rocce, la si risale con passi di facile arrampicata (corde fisse) e si risale ripidamente la parte mediana della cresta Occidentale del Monte Legnone mantenendosi il più delle volte sul versante destro che risulta purtroppo meno panoramico. Di tanto in tanto però si riprende il filo di cresta, con panorami mozzafiato che non devono però distrarre dal cammino. Raggiunta faticosamente una fascia di sfasciumi rossastri, si incontra un'altra serie di roccette che richiedono passi di arrampicata agevolati da una serie di pioli e corde fisse (è possibile evitare questo passaggio aggirandolo sulla sinistra ed utilizzando un'esile cengia molto esposta sulla Valtellina). Una palina segnavia, posta sulla sommità delle roccette sopracitate, suggerisce infine di mantenersi sul filo di cresta e raggiungere con una serie di passaggi attrezzati la croce sommitale da cui, nelle limpide giornate, è sconfinato ed ineguagliabile il panorama sull'intero Arco Alpino. Discesa per lo stesso itinerario di salita.   


Traccia gps...


Il Monte Legnone come appare dai pressi del passaggio sotto il traliccio dell'alta tensione (fotografia fatta al rientro perché in ombra la mattina)


La bucolica località dell'Alpe Agrogno (fotografia fatta al rientro perché in ombra la mattina)


Chiari segnavia oltre l'alpeggio sopracitato (fotografia fatta al rientro perché in ombra la mattina)


Gli ampi prati dell'Alpe Agrogno come appaiono dai ripidi prati che conducono allo sperone roccioso citato in relazione (fotografia fatta al rientro perché in ombra la mattina)


La comoda cengia che aggira sulla destra lo sperone roccioso sopracitato (da qui in poi le fotografie riassumono la cronologia temporale della salita)


Alcuni escursionisti fuoriescono sul traverso che taglia ripidi pendii...


...oltre i quali ci si porta alla Porta dei Merli, spesso frequentata da giovani stambecchi


Superato il Bivacco Silvestri Cà de Legn, ecco l'impennata della cresta Ovest del Monte Legnone. Il mio amico Enzo, si trova più o meno in prossimità di un passaggio attrezzato che risulta comunque non difficile


Alle nostre spalle, ecco apparire il Bivacco Silvestri Cà de Legn


Nonostante la giornata non favorevole, il panorama dal filo di cresta è superbo


Indicativamente, in fotografia, è visibile la parte mediana superiore della cresta Occientale del Monte Legnone. La vetta, in alto sulla destra,  pare vicina, ma la prospettiva è piuttosto ingannevole


Qui, è invece visibile la parte mediana inferiore della cresta Occidentale del Monte Legnone. Al centro della fotografia, il fratello minore del Legnone, noto come Legnoncino


Il professore oltre la fascia di sfasciumi rossastri posti nella parte superiore della cresta Ovest


Utilizzata la cengia esposta che evita un passaggio attrezzato, ecco apparire gli ultimi metri di cresta che conducono in vetta


Gli ultimi metri di cresta permettono una buona visione di parte dell'itinerario percorso.


Il Professore, sereno, sull'ultimo passaggio attrezzato


La cresta Sud del Monte Legnone come appare dalla vetta


La croce di vetta ed il piccolo altarino eretto dal Gruppo Alpini di Colico


La cresta Nord del Monte Legnone come appare dalla vetta (essa è nota per essere la Direttissima che da Delebio risale per ben 2200 metri alla vetta del Legnone)


Panorama mozzafiato sul Lago di Como, con ben visibile la Baia di Piona ed il Monte Legnoncino


Luci ed ombre sulla cresta Ovest del Monte Legnone


Il Bivacco Silvestri Cà de Legn come appare dalla vetta del Legnone


L'ampia spianata dei Piani di Spagna come appare dalla vetta. Si intuisce il Lago di Novate Mezzola ed il corso dei fiumi Adda e Mera con i relativi immissari che si gettano nel Lago di Como


L'altarino in vetta


Panorama verso i colossi della Val Masino


Il Professore, in discesa, alle prese con il ripido passaggio attrezzato che anticipa l'uscita in vetta


Dal passaggio attrezzato sopracitato, un ampia schiarita sull'intera Valtellina


Uno sguardo verso il Monte Disgrazia...


ed uno sul delicato passaggio attrezzato sopracitato


Da sinistra, Pizzo Badile, Punta Sertori, Cengalo e Punta Angela


Un attimo di serenità


In alcuni passaggi, come visibile, la cresta Ovest del Legnone è piuttosto esposta


Il Professore in prossimità della palina che segnala l'incrocio tra il sentiero della cresta Ovest e la Direttissima della Cresta Nord


Altro passaggio in esposizione


In discesa lungo la parte mediana della cresta Ovest del Legnone


Un altro piacevole incontro


Giovane stambecco


Oltrepassata la Cà de Legn, le nuvole avvolgono il Legnone senza renderlo oggi più visibile...Non dimenticate inoltre un detto popolare che del resto vale anche per le Grigne... Quando il Legnone ha il cappello (cioè la vetta è nascosta dalle nubi) abbandona la falce e prendi il rastrello (ossia smetti di tagliare il fieno ed affrettati a raccoglierlo affinché il temporale non lo bagni)...Alla prossima...





giovedì 22 settembre 2016

Cima della Spada (1952 m.) dal Canalone Nord con anello - Val Brembana - Lombardia

Situato nel sottogruppo della M.a.g.a, lungo il crinale che separa la Val Brembana dalla Valle Seriana, il Monte Alben si presenta agli occhi dell'osservatore come una grande scogliera dolomitica, incomparabile quanto a severità nell'intero contesto delle Prealpi Bergamasche. La sua caratteristica forma a ferro di cavallo si erge severa e maestosa sulle vaste praterie che la fasciano ad Occidente, ma è nell'opposto versante Orientale che questa montagna mostra tutta la sua inospitalità, offrendo numerose vie di carattere alpinistico grazie alla consistente presenza di canali, torrioni, ripide pareti e guglie calcaree. Via Clipper alla Cima della Croce, la Bonatti al Torrione di Brassamonti, il Canale Ilaria, la ferrata Pierangelo Maurizio e Hotel California sulla Nord della Croce sono solo alcuni dei molteplici esempi che sottolineano la severità del versante Est/Nordest di questo massiccio montuoso che, senza azzardo alcuno, può ricordare vagamente lo scosceso pendio Occidentale del Resegone di Lecco. Questo gruppo, che prende nome dalla maggiore delle sue elevazioni, presenta altresì due isolati satelliti posti più ad Oriente rispetto alla cima principale e noti come Cima la Croce (1978 metri) e la Cima della Spada (1952 metri). Un impegnativo canalone, divertente e poco frequentato, offre una valida alternativa al classico sentiero che, dal Passo della Crocetta sale al Passo della Forca, salendo poi alla Cima Croce. Opteremo dunque per quest'insolito itinerario, riservato ad escursionisti esperti, affinché sul blog siano offerte al lettore tre possibilità per raggiungere queste elevazioni da cui è possibile avere una visione completa ed armoniosa dell'intero massiccio montuoso. Escursione del 20 Settembre scorso in compagnia di Mario ed Enrico, foto con Canon 750d... 

Note tecniche :

Difficoltà : EE

Dislivello : 730 metri

Sviluppo : 9,20 Km

Interesse : paesaggistico, floreale

In automobile, per chi proviene da Bergamo, si sale verso il Passo di Zambla evitando però di raggiungerlo. Al paese di Oltre il Colle si piega infatti a destra seguendo le indicazioni stradali per la Conca dell'Alben (piste da fondo). La strada, prima asfaltata, diviene ora sterrata ed in prossimità di un tornante sinistrorso, laddove sorge una coppia di paline segnavia (Sentiero per il Monte Alben), si parcheggia la macchina. Ci si incammina dunque nel bosco seguendo le numerose indicazioni che ci portano ad incrociare dopo circa un quarto d'ora di comodo cammino una strada sterrata, sul cui ciglio opposto ha inizio il Sentiero Don Angelo Ceroni, contrassegnato da una targa commemorativa (vedasi fotografia). Il percorso è obbligato, si traversa un canalone detritico e ci si porta sulla Cresta del Gallo, laddove è ora ben visibile il canale da risalire. Si guadagna dunque quota con una serie di tornanti fino a che la pendenza richiede l'uso delle mani, con passaggi mai difficili ma cui porre le solite dovute cautele. L'uscita dal canale, nonostante sia anticipata da un sentiero che sale prati molto inclinati, rende indispensabile una certa dimestichezza con l'arrampicata. La sella, posta tra la cresta Occidentale della Cima Croce e la cresta Orientale della Cima Spada, è innominata sulle carte topografiche e l'isolamento in quest'angolo di Orobie è surreale. Non resta ora che da seguire sulla destra l'accidentata cresta Est della Cima Spada, priva di qualsivoglia bollo o sentiero, capace di condurci in circa mezz'ora su questa isolata vetta. In considerazione della scomodità nel percorrere il filo spartiacque sopracitato, che presenta fastidiosi mughi da aggirare, rocce calcaree piuttosto taglienti ed una notevole esposizione verso Nord, scegliamo di percorrere liberamente la prima costola rocciosa che si incontra scendendo verso Est ed il cui sviluppo ha direzione meridionale (si rileverà però un errore, dunque meglio raggiungere nuovamente la sella innominata e portarsi a valle per ripidi ma più agevoli prati). La discesa per la costola rocciosa avviene su "terreno libero" ma ripido e molto accidentato, bisogna prestare molta attenzione alle voragini presenti tra alcuni massi ed i passi di disarrampicata richiedono una buona conoscenza alpinistica affinché si eviti qualsivoglia incidente. Più a valle, seppur ripido, il terreno diviene erboso e non resta che indirizzarsi verso la pozza di abbeverata che sorge in prossimità del sentiero che scende dal Passo della Forca (502/503). Agevolmente si scende ora alla Baita Sura per immettersi nel bosco, lambire una cappelletta votiva e attraversare su sentiero pianeggiante dolci pianori. Più avanti, attorniati da magnifiche peccete, si presenta un bivio dove bisogna ignorare la traccia che scende a Cornalba (sentiero 503) e proseguire in falsopiano sul sentiero 502 che conduce a Serina. Si giunge così rapidamente al Passo dei Sapplì, caratterizzato dalla presenza di una pozza d'acqua sulla nostra sinistra, oltre il quale una mulattiera precipita nel bosco fino a raggiungere un'altro bivio (vedasi fotografia). Tralasciando sulla sinistra il sentiero per Serina, si prosegue in salita sulla nostra destra (segnavia per Zambla) fino a raggiungere una cappelletta votiva posta nelle vicinanze di una netta svolta. Evitando alcune diramazioni per fungaioli, ci si mantiene sulla traccia principale fino a che essa sbuca presso un'ampia radura laddove torna visibile il Monte Menna (vedasi fotografia). Sulla nostra destra, un poco nascosta, una palina segnavia in legno suggerisce di immettersi su di una sterrata che sale con lieve pendenza. Essa ci condurrà dopo alcuni saliscendi e con la Cima Croce e la Cima Spada davanti a noi, ad incrociare nuovamente il Sentiero Don Angelo Ceroni che, seguito sulla sinistra, ci condurrà in pochi minuti al parcheggio dell'automobile.



Cartina del percorso dato che il Gps mi ha abbandonato dopo il Passo dei Sapplì...


Pochi minuti di cammino dal tornante dove si è posteggiata l'autovettura ed ecco apparire le indicazioni per l'itinerario di quest'oggi


Albeggia sul Monte Menna durante la salita sul Sentiero Don Angelo Ceroni


Raggiunta la Cresta del Gallo ecco apparire il Canalone Settentrionale che dovremo risalire. Sulla destra è visibile una targa commemorativa dedicata a Don Angelo Ceroni, purtroppo qui defunto in seguito ad una slavina


Dalla Cresta del Gallo,ecco apparire il Monte Menna (a destra), ed in lontananza sulla sinistra il Gruppo del Pizzo dei Tre Signori


La Cresta del Gallo si mantiene sull'orlo Occidentale del canalone che andremo poi a risalire. Davanti a noi, al centro della fotografia ed ancora in ombra, la poco conosciuta Val Vedra


Qui ha inizio la salita all'interno del canalone...


...che richiederà ovviamente l'utilizzo delle mani fino all'uscita in cresta


I ripidi prati sommitali che conducono verso l'uscita del canalone


Mario ed Enrico nei pressi dell'uscita del Canalone Settentrionale alla Cima della Spada


La Cima della Spada come appare dall'uscita del canalone. E' evidente il percorso da seguire (privo di qualsivoglia sentiero o segnavia) che si mantiene sull'accidentata cresta Orientale della montagna


Il canalone percorso come appare dalla sua uscita in cresta. Sul fondovalle, il grosso e sgraziato edificio che sorge nei pressi della Conca dell'Alben


Panorama verso il Pizzo Arera dall'uscita del canalone


Sull'accidentata cresta Orientale della Cima della Spada, caratterizzata da affioranti ed affilate rocce calcaree


Lo splendido panorama godibile dalla cresta Orientale della Cima della Spada


Il breve canalino roccioso che abbiamo utilizzato per uscire in vetta (è possibile evitarlo salendo sulla destra per prati meno esposti)


Mario ed Enrico in vetta alla Cima della Spada


La Cima della Croce come appare dalla Cima della Spada


Ampio panorama dalla vetta


Da sinistra, il Pizzo Arera, il Monte Grem ed in lontananza la Presolana


Di riflesso, sempre dalla vetta, il panorama che si gode verso Occidente con in primo piano l'abitato di Val Piana sormontato dal Castello omonimo (così è nota la montagna). Al centro, in secondo piano, il gruppo Cancervo-Venturosa, alla cui sinistra sono riconoscibili le Grigne ed il dentellato profilo del Resegone


Al centro il solco della Val Vedra ed oltre il Passo di Mezzeno sormontato dal Pizzo del Becco. Sulla destra della fotografia, dietro il costone meridionale del Pizzo Arera, appare la Corna Piana mentre all'estrema sinistra, il Gruppo del Pietra Quadra, Spondone, Tonale.


L'abitato di Val Piana come appare dalla vetta


Panorama verso il Resegone, a sinistra, e la Val Taleggio, a destra


Fioritura di Genziana Germanica


I dolci e prativi pendii del Monte Grem con alle spalle la dorsale Fop Valmora e Monte Secco


In discesa sulla ripida ed insidiosa costola rocciosa posta a Sud della vetta


La Cima della Croce come appare dalla costola rocciosa sopracitata


Alcuni passaggi risultano piuttosto delicati per via delle voragini presenti tra i macigni


Fioritura di Colchico sui prati delle Casere dell'Alben


Al centro della fotografia la Cima della Croce con alla destra il Passo della Forca ed alla sinistra la sella rocciosa presso cui fuoriesce il canale Nord utilizzato per la via di salita.


Superata la Baita Sura (Baita di Sopra) ecco apparire i primi tenui colori autunnali


Il Monte Alben come appare dai pressi della Baita Sura...


...da cui imbocchiamo il sentiero 502/503


Il Monte Alben come appare dai dolci pianori che attraversano splendide peccete in direzione del Passo dei Sapplì


A distanza di circa 10 minuti dalla Baita Sura, ecco il bivio tra i sentieri 503, verso Cornalba, ed il 502 verso Serina (quest'ultimo è da seguire!!) 


Sull'agevole sentiero 502 che conduce verso il Passo dei Sapplì


Oltrepassato il passo sopracitato, una serie di tornanti in discesa conduce a questo bivio (da seguire a destra verso Zambla)


Una cappelletta sul sentiero per Zambla


Il sentiero sbuca presso questa radura laddove non bisogna seguire in discesa verso una baita ma bensì mantenersi sulla destra in leggera salita su di una strada sterrata (attenzione ai segnavia sulla destra, un poco nascosti, ma che indicano per la Conca dell'Alben)


Mario sulla strada sterrata che poco oltre andrà ad incrociare il Sentiero Don Angelo Ceroni, da seguire sulla sinistra ed in discesa per ritornare al tornante dove si è posteggiata l'automobile. Alla prossima...