venerdì 29 gennaio 2016

Omaggio ai Piani di Artavaggio - Valsassina - Lombardia

Posto ad una quota indicativa di 1700 metri sul livello del mare, questo vasto territorio in provincia di Lecco ben si presta per molti sport estivi ed invernali, tra cui scialpinismo, mountain bike, escursionismo ed alpinismo. Numerose, rinomate e molto frequentate le montagne che cingono a Nord questa sezione Prealpina, tra cui spiccano per morfologia del territorio il dolomitico Zuccone dei Campelli e la perfetta piramide erbosa del Monte Sodadura. L'intera area è soleggiata in qualsivoglia stagione ed è agevolmente raggiungibile, per quanto possa a non tutti far piacere, tramite la funivia Moggio-Artavaggio, rientrata in funzione nel 2006 grazie all'acquisizione da parte del limitrofo comprensorio di Bobbio. Infinite le opportunità che qui vengono offerte al visitatore, dalle semplici passeggiate didattiche alle più impegnative ed aeree creste, dai magnifici circuiti in mountain bike alle panoramiche traversate verso la Val Taleggio o gli adiacenti Piani di Bobbio.

Note tecniche :

Difficoltà :

Dislivello : assente per chi usufruisce della comoda funivia sopracitata

Sviluppo : 

Interesse : paesaggistico, rurale

Innanzitutto è un mio dovere, nonché gran piacere, rivolgere un enorme grazie a tutti i ragazzi del Rifugio Casari, dal gestore Giacomo al fratello Achille, dal loro padre a i loro più stretti ed intimi amici e collaboratori, capaci di trasformare un sogno personale in una fantastica realtà, impeccabili nello sbagliar nulla in un giorno che deve essere perfetto sotto ogni punto di vista, dall'organizzazione alla logistica, dalla cucina al cerimoniale, dagli ospiti al meteo. E' il 18 Aprile 2010, data del mio matrimonio, nonché data in cui la funivia è chiusa per ovvi motivi turistici. Ma il presidente della Itb (Imprese Turistiche di Barzio), che mai smetterò di ringraziare ed il cui nome non rendo noto per ovvie ragioni sulla privacy, comprende quanto sia per me importante ed indispensabile il suo aiuto. E' il primo tassello di un complesso puzzle tramite il quale ha inizio il tutto, è la scintilla che innesca l'esplosione, è la nota che da inizio alle danze. Non si esime, autorizza l'apertura della funivia ad uso esclusivo del matrimonio e permette ai circa 80 ospiti (numero ridottissimo per via dei pochi posti disponibili presso il Rifugio) di evitare un dislivello che neanche nella più distorta immaginazione avrebbero mai potuto coprire. Nel frattempo l'Enac (Ente Nazionale per l'aviazione Civile) nega al Turboelica dell'Elitellina (noleggio elicotteri per trasporto di persone o cose) il piano di volo: è per me una bruttissima notizia oltre che una problematica imprevista. Il vulcano Eyiafjoll, nella lontana Islanda, ha deciso proprio in questi giorni di eruttare, rigettando ceneri sui cieli di tutta Europa. Niente elicottero per gli ospiti ma sopratutto niente elicottero per la sposa ed i testimoni. La Itb comprende la problematica, contatta il Mauro che si farà carico del trasporto della sposa utilizzando un improbabile Gatto delle nevi, nel frattempo alcune motoslitte vengono messe a disposizione dal Rifugio Casari e da alcuni volontari dei Piani di Artavaggio. In valle è purtroppo una giornata uggiosa, piovosa, ai Piani nevica, il sole resterà un lontano ricordo per oggi, ma tutto andrà per il meglio. Grazie a tutti i presenti, grazie all'intera azienda Itb, dal presidente al singolo operaio (fantastico ogni volta che utilizzo una loro funivia, essere riconosciuti e scambiare quattro chiacchere a ricordo di un evento per me indelebile), grazie ai gestori del Rifugio Casari per tutto quanto fatto, grazie a mia moglie per avermi spostato ed ai miei genitori per quanto insegnatomi. 


Solo, impaziente, apparentemente tranquillo, osservo la chiesa ove tra poche ore sposerò Aurora


Mentre ogni particolare è oramai al suo posto...Dai fiori...


Alle scarpette di mia figlia...


Maestro ed inseparabile amico, Enrico in mia compagnia...Strano vedersi in questa veste quando spesso siamo vestiti da straccioni girovagando per montagne


In valle tutto prosegue bene, la piccola Naike è pronta...


...ed anche la mamma ma...


...un intoppo aumenterà la mia attesa, durante la quale corrono i pensieri a decine di avventure su questo fantastico pianoro


Dagli indimenticabili tramonti (qui, le prime nebbie avvolgono la bassa Valsassina)


Alle scorribande per creste e canaloni con Enrico...


...vedasi alcuni alpinisti che ci precedono all'interno del Canalone dei Camosci, via invernale per la vetta dello Zuccone dei Campelli


Agli infuocati cieli osservabili dai Piani di Artavaggio


Nel frattempo la sirena a valle della funivia avverte dell'ormai prossimo arrivo ai Piani di Artavaggio della sposa


...e salendo la pioggia si trasformerà in neve...


Ai Piani hanno inizio le prime "navette" che faranno da spola tra la funivia a monte ed il Rifugio Casari


Mentre la chiesa è avvolta in un profondo silenzio ed ovattata in una magica atmosfera "invernale"


Il magnifico interno della chiesa dei Piani di Artavaggio


I particolari mi riportano all'alpinismo eroico di una volta...


...ben differente da quello moderno e tecnologico di oggi


ed il pensiero corre nuovamente alle montagne (qui Monte Due Mani a sinistra, Grigna Meridionale, a destra)...


...capaci di grandi suggestioni...


...incantevoli atmosfere...


...e grandiosi tramonti...


Potevamo scegliere Jaguar, Ferrari, Porsche...Ma perché farlo quando ciò che realmente conta è chi vi si trova dentro? Ecco dunque l'arrivo della sposa


Bella come nessuna delle montagne da me mai salite...


Aurora...


...scende con non qualche difficoltà dal Gatto delle Nevi


Fioriture


La chiesa durante il cerimoniale...


...con i novelli sposi...


Oltre ad Aurora, gli altri miei infiniti amori, Naike e mio padre...


...nonché Naike e mia madre


Pronti per la fuga d'amore


E' per noi un giorno sereno, finalmente eliminati gli orribili abiti del cerimoniale, possiamo tornare noi stessi


Io, la preferisco così...


E la discesa in funivia, vuoi per il bere, vuoi per numerosi "soffritori di vertigini" è tra le più divertenti mai fatte in vita mia...Ricordo sempre con piacere i Piani di Artavaggio, perché mi hanno regalato sempre...


grandiosi panorami...


suggestive atmosfere...


indimenticabili tramonti...


divertenti passeggiate in compagnia di ottimi amici...


inevitabili incidenti...


cieli infuocati...


nuove e vecchie amicizie...


ed attimi di infinita serenità con i più piccoli...Andate ai Piani di Artavaggio, ne vale la pena...Alla prossima...

venerdì 22 gennaio 2016

Pizzo Pernice (1506 m.), Monte Todano (1625 m.) ed Pizzo di Gabbio (1644 m.) da Cappella Fina - Val Grande - Piemonte

La Val Grande la si associa spesso e volentieri al termine wilderness il cui significato rimanda ad intatte, solitarie ed isolate terre laddove è bandito qualsiasi intervento umano. Gli esempi nelle Alpi di certo non mancano, come ad esempio parte dell'area territoriale adiacente al Monviso o la più nota e celebrata zona del Monte Avic, in Valle d'Aosta. Ma la Val Grande, con i suoi oltre 200 ettari di intatta riserva integrale, rappresenta l'icona per eccellenza di questa terminologia oramai tanto familiare a chi frequenta la montagna. Questa sezione Alpina rappresenta una natura così inaccessibile ed impervia al punto tale che, quando anni fa fu attrezzato il Sentiero Bove, celebre itinerario attrezzato che si sviluppa sulle creste che fanno da corona alla Val Pogallo, ignoti staccarono catene, infissi e scalinate gettandoli a valle affinché la presenza di "intrusi" fosse palesemente allontanata da un'area di così elevato valore naturalistico. Detto ciò per evidenziare quanto l'attrattiva della valle sia più psicologica che reale: è la sensazione della grande solitudine e di isolamento che qui fanno da padrone, uno stato dell'anima riconducibile ad una letteratura romantica di cui Henry Thoreau e John Muir furono i padri fondatori. L'escursione di oggi si mantiene purtroppo sul versante più meridionale del Parco della Val Grande e non permette un'intimo ingresso in questa splendida sezione Alpina poiché, consapevoli della giornata ventosa e del rischio ghiaccio, non ci siamo azzardati su mete di maggiore impegno. Passeggiata del 17 Gennaio in compagnia del professore Enzo e di Enrico, foto con Sony Alpha 390, alcune con il cellulare a seguito di un esaurimento imprevisto della batteria della macchina fotografica... 

Note tecniche :

Difficoltà : E (facile e comoda passeggiata per ampie dorsali erbose) 

Dislivello : 877 metri

Sviluppo : 13,92 Km

Interesse : paesaggistico, faunistico

Per chi proviene dall'autostrada, all'uscita di Gravellona Toce si segue per Verbania. A Fondotoce, dopo una rotonda, ci si indirizza verso Trobasso ed oltre per Crambiasca ove chiare indicazioni stradali conducono al paese di Miazzina. Superata la piazza di quest'ultimo abitato si segue per l'Alpe Pala, oltre la quale si arriva all'ampio piazzale sterrato della Cappella Fina. Sul lato sinistro del piazzale sterrato è presente una palina segnavia con indicazioni per l'Alpe Cavallotti, raggiungibile comodamente per sentiero mai ripido ed in pochi minuti. Oltrepassato questo alpeggio, si giunge senza possibilità di errore su di una dorsale boscosa, che bisognerà percorrere in direzione Nord fino a raggiungere un insellatura presso la quale è posizionata una palina segnavia in legno (vedasi fotografia). Oltre questo crocevia di sentieri, le pendenze cambiano e la traccia si inerpica ripida sulla dorsale meridionale del Pizzo Pernice fino a raggiungere l'anticima Sud, contrassegnata da un palo in legno con bandierine tibetane. Dopo una breve serie di saliscendi si perviene alla prima vetta di giornata, il Pizzo Pernice appunto, capace di bei panorami sulla Val Pogallo e sul paesino di Cicogna. Il sentiero prosegue sempre per dorsale, ora settentrionale ed in parte ghiacciata (ma priva di qualsivoglia pericolo), fino a raggiungere un colletto erboso contraddistinto dalla presenza di un'altra palina segnavia (a sinistra per Cicogna, diritto per il Pian Cavallone ed il Monte Todano). Con direzione Nordorientale, ci incamminiamo quindi verso il bivacco Cai Intra e l'adiacente croce del Pian Cavallone, superata la quale, per banale e breve dorsale si tocca la vetta del Monte Todano. Per raggiungere infine l'ultima vetta odierna, bisogna semplicemente seguire l'ampia, comoda e panoramica dorsale orientale che, dopo numerosi sali e scendi, porta alla vetta del Pizzo di Gabbio (anche noto sulle carte semplicemente come Pizzo), contrassegnata da un ometto di sassi. Per la discesa, una volta tornati alla base della dorsale meridionale del Todano, si devia a sinistra (Est) per raggiungere in pochi minuti il Rifugio Pian Cavallone (chiuso!!). Nei pressi del suo ingresso, un sentiero perde rapidamente quota per piegare poi in direzione meridionale ed immettersi in una fantastica peccetta (si tratta del sentiero natura, contrassegnato da numerosi pannelli esplicativi su flora e fauna del luogo). Prestando attenzione ai pochi segnavia a vernice presenti sugli alberi, si perde quota entrando in una faggetta, nella quale il sentiero interseca il battutissimo Vt2 (sentiero che collega la Cappella Fina alla Cappella Porta). Non resta che da seguire lungamente (1 ora abbondante a buon passo!!!) l'evidente traccia fino a tornare al punto di partenza.


Traccia gps...


Il piazzale sterrato dell Cappella Fina. Sulla destra, sopra il muretto di contenimento, è visibile la palina segnavia dalla quale ha inizio il sentiero per l'Alpe Cavalotti


Enzo ed Enrico sul sentiero per l'Alpe Cavallotti


La palina segnavia in legno posta all'insellatura erbosa. Sopra di essa, in lontananza, è visibile la vetta del Pizzo di Gabbio, ultima delle destinazioni odierne


Enrico sulla dorsale meridionale del Pizzo Pernice...


... dalla quale è ampio ed appagante il panorama verso le Alpi Occidentali


Fotografi in azione


Enrico in prossimità dell'anticima Sud del Pizzo Pernice


Sulla comoda dorsale che conduce in vetta al Pizzo Pernice


Enrico ed Enzo in vetta al Pizzo Pernice


Dalla vetta del Pizzo Pernice, è ben evidente il resto del percorso per il Monte Todano


Il Professore Enzo presso il Bivacco Cai Intra


La chiesetta presso il Pian Cavallone. Alla sinistra di questo edificio ha inizio il famoso sentiero "Bove", noi però andremo oggi diritto per la comoda vetta del Todano...


...raggiungibile in pochi minuti dalla chiesetta sopracitata (Foto di Enrico con Panasonic Fz50)


Dalla croce di vetta del Todano è ben visibile la dorsale orientale che andremo a percorrere per raggiungere la vetta del Pizzo di Gabbio


Enzo ed Enrico in vetta al Pizzo di Gabbio


A sinistra, Cima Cugnacorta, al centro, il Pizzo Marona, a destra il Monte Zeda


Ottimi compagni di passeggiate...


La sella in ombra è nota come il Colle della Forcola


Il Pizzo di Gabbio come appare dalla dorsale che lo collega al Monte Todano


Il Monte Todano come appare di riflesso dalla foto sopra. A sinistra, è visibile l'edificio del Rifugio Pian Cavallone, che raggiungeremo poi per innestarci sul "Sentiero Natura"


Cugnacorta, Pizzo Marona e Monte Zeda come appaiono dalla vetta del Monte Todano


Il Lago Maggiore dalla vetta del Monte Todano


Sul sentiero natura prima di entrare nella pecceta. In lontananza il Pizzo di Gabbio (Foto fatta con cellulare)


In faggeta sul Sentiero Natura (Foto fatta con cellulare)


Eccoci all'intersecazione tra il Sentiero Natura ed il Vt2 (Foto fatta con cellulare)


Un ottimo posto ove poter rilassarsi, baciarsi ed isolarsi...Alla prossima...