venerdì 27 maggio 2016

Monte Palanzone (1436 m.) da Caglio - Triangolo Lariano - Lombardia

Con i suoi "modesti" 1436 metri di altezza, il Monte Palanzone risulta essere, dopo il Monte San Primo, la seconda cima più alta del Triangolo Lariano, area quest'ultima che pone come suoi vertici le città di Como, di Lecco ed il paese di Bellaggio. Appartenente dunque alla sezione delle Prealpi Lombarde, questa montagna è soggetta ad un intenso fenomeno di carsismo, capace di cicatrizzarne i fianchi con grotte, voragini e doline piuttosto note a livello regionale. L'impervio solco vallivo della Valle Bova, che rappresenta la porta di ingresso al Buco del Piombo, tra le più note grotte d'Italia, è indubbiamente il più affascinante esempio di quanto sopra scritto, ma risulta leggermente defilato rispetto alle pendici vere e proprie del Palanzone. E' dunque nella grotta Guglielmo e nell'Abisso del Monte Bul, la dimostrazione di quanto l'azione corrosiva ed erosiva delle acque abbia avuto modo di operare su questa montagna, infiltrandosi molto in profondità e creando abissi, legati anche a fenomeni di crollo, tra i quali la Sala Proserpio è l'esempio più eclatante. Con i suoi 70 metri di altezza, 100 di lunghezza e 40 di larghezza, questa tetra sala, posta a metà tra l'orrido ed il sublime, rappresenta il fondo dell'Abisso del Monte Bul, posto ben 557 metri al di sotto della sua "porta" di ingresso. Le cicatrici di questa piccola montagna non sono però del tutto riconducibili all'azione chimica esercitata dalle acque. Il Monte Palanzone fu infatti profondamente "ferito" anche il 26 Aprile dell'anno 2005, sventurato giorno in cui, durante un esercitazione militare, un elicottero dell'Aeronautica Militare Italiana, urtò la montagna portandosi via la vita di 5 persone (una targa commemorativa ne ricorda il triste evento sulla vetta del Monte Bul). Ma il tragico episodio sopra descritto non può e non deve offuscare il lato benevolo di questa montagna, capace di sorprendenti panorami, gradevoli fioriture e vasti boschi di faggi, betulle e carpini. Passeggiata del 18 Maggio scorso in compagnia di Mario e Graziano, foto con Canon 750d...

Note tecniche :

Difficoltà : E (solo un poco ripidi i metri terminali sulla cresta Est del Monte Palanzone)

Dislivello : 626 metri

Sviluppo : 10,18 Km

Interesse : panoramico

La passeggiata di oggi parte dal parcheggio presso il Santuario della Madonna di Campoè, posto a pochi chilometri di distanza da Canzo e facilmente raggiungibile dalla strada che sale alla Colma di Sormano. I primi metri dell'escursione si svolgono purtroppo su strada asfaltata e bisogna indirizzarsi verso il Parco Avventura "Jungle Raider Extreme", ampiamente pubblicizzato sin da inizio paese. Ha inizio quindi, dopo alcune centinaia di metri, una sterrata che si inoltra nel bosco mantenendosi sulla sinistra del parco sopracitato (seguire segnavia 30 per Monte Palanzone e Agriturismo Enco). Dopo alcuni minuti di rilassante passeggio, si raggiunge un tornante destrorso laddove sorge una palina segnavia, che suggerisce di proseguire a monte in direzione della Bocchetta di Vallunga e della Cà della Svolta. La strada sterrata, noiosamente, prosegue nel bosco con dolce pendenza fino a condurci alla sella boscosa nota come Bocchetta di Vallunga, crocevia di alcuni sentieri che però andranno ignorati. Bisogna infatti mantenersi sull'ampia sterrata che solo successivamente diviene sentiero e, senza più possibilità di errore, guadagna quota fino a raggiungere la dorsale Orientale del Monte Palanzone. Con il bosco che va facendosi più rado si raggiunge agevolmente una piccola cappella votiva, qui posta dal Cai di Asso (vedasi eventualmente foto!). Evitando il sentiero di sinistra, che traversa in piano le pendici Sudorientali del Palanzone (segnavia per Bocchetta di Palanzo e Monte Palanzone), si prosegue diritto mantenendosi sulla linea spartiacque fino a che essa si impenna letteralmente. Sono circa un centinaio di metri di dislivello, finalmente fuori dalla vegetazione e con panorami che vanno allargandosi verso Nord e verso Sud, al termine dei quali non resta che da piegare a destra verso la "discutibile" cappella di vetta. La discesa avviene per il versante opposto, mantenendosi cioè sulla comoda e panoramica dorsale Settentrionale che, dopo aver toccato la vetta del Monte Bul, va a morire nella depressione della Bocchetta di Caglio. Chiari segnavia a vernice ed una palina invitano ad abbandonare l'ampia dorsale per immettersi su di un sentiero che scende dolcemente verso Nordest (segnavia per Caglio). Il percorso si sviluppa ora per dolci e ameni boschi, compiendo un lungo giro fino ad incrociare una strada sterrata, che andrà seguita in discesa fino a raggiungere nuovamente l'asfalto. Siamo giunti a Caglio, in via XXV Aprile e non resta che da seguire a destra per immettersi sulla Via Crucis che sale al Santuario della Madonna di Campoè.


Traccia gps...


Segnavia sulla sterrata che conduce al Jungle Raider Park Extreme di Caglio 


Passaggio sulla sterrata in prossimità del Parco Avventura sopracitato


Oltre il Parco Avventura, in prossimità di un tornante destrorso, una palina segnavia suggerisce di proseguire sulla strada sterrata indirizzandosi verso la Bocchetta di Vallunga...


Segnavia alla Bocchetta di Vallunga. Da seguire sempre il numero 30 in direzione della Ca' della Volta e del Monte Palanzone


Mario verso la dorsale Orientale del Monte Palanzone


Passaggio presso la Madonnina del Cai di Asso, posta sulla dorsale Orientale del Palanzone. Qui, bisogna proseguire diritto evitando il traverso alla nostra sinistra


Le pendenze cambiano decisamente...


...e rapidamente ci si porta fuori dal limite boschivo, con la vetta davanti a noi


Panorama dalla cresta Est verso il Monte Bul


La "discutibile" cappella di vetta del Monte Palanzone


Graziano a pochi metri dalla vetta


Il nostro punto di partenza (ossia il parcheggio presso il Santuario della Madonna di Campoè) come appare dalla vetta


Mario sulla cresta Orientale


Nibbio reale


Graziano sulla vetta del Monte Bul, laddove sorge una targa commemorativa a ricordo del tragico incidente del 2005


Nibbio reale a caccia


Farfalla Vanessa


Abbandoniamo la vetta per seguire la dorsale Settentrionale in direzione della vetta del Monte Bul


Gregge sulle pendici Sudoccidentali del Monte Bul


La targa a ricordo del tragico incidente del 2005


Mario in discesa verso la Bocchetta di Caglio


I variegati boschi alle pendici Nordoccidentali del Monte Bul


Chiari segnavia presso la Bocchetta di Caglio


Bella coppia di narcisi...Alla prossima...



5 commenti:

  1. L'uccello è un Nibbio reale (i Nibbi hanno la coda forcuta) e la Vanessa è la Vanessa dell'ortica, comune in montagna, simile ma senza le evidenti macchie giallo chiaro in alto è la Vanessa multicolore, più rara (e che mi manca, mannaja!)

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    1. Sei incredibile professore!!! Le sai tutte e non posso che ringraziarti per tutte le correzioni che puntualmente permettono di ampliare e migliorare la mia conoscenza! Provvedo subito nella correzione delle didascalie. Un abbraccio oltre che un enorme grazie...

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    2. Viste le tue straordinarie conoscenze Enzo !
      Volevo chiederti se è possibile che i piccoli di nibbio (o poiana o altro rapace)siano portati in volo e poi "sganciati"
      Perché fin che osservavo uno di questi rapaci ho visto un uccellino che veniva "sganciato" e .. .. mi sembra impossibile che sia stata una preda che sia riuscita a fuggire !

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  2. Ottima descrizione e (solite) belle foto di questa gita di ripiego che comunque a me è piaciuta moltissimo.
    La ovest del San Primo può attendere !
    Come il Nevaio ! ;-)

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