lunedì 31 ottobre 2016

Cima di Olino (1768 m.), Cimone di Margno (1801 m.) e Cima del Laghetto (1729 m.) dall'Alpe Paglio - Val Varrone - Lombardia

A circa 30 Km da Lecco ed indicativamente a metà strada tra il Gruppo delle Grigne ed il Gruppo del Monte Legnone, è collocata una particolare catena montuosa che separa l'aspra Val Varrone dall'ampia Val Sassina. Si tratta di una placida e larga dorsale caratterizzata da alcune vette poco pronunciate che ben si prestano ad essere salite senza particolari sforzi da qualsivoglia escursionista. Buona parte di questa catena montuosa, con la sola eccezione del dirupato versante settentrionale, è disseminata di numerosi alpeggi, laddove è ancora oggi possibile assistere alla lavorazione del latte e degustare ottimi formaggi. Alpe Oro, Alpe Piazza, Alpe Ortighera ed Alpe Grasso rispecchiano perfettamente l'immagine delle malghe di questa valle e sono facilmente raggiungibili con semplici divagazioni dal percorso di seguito proposto, offrendo l'opportunità di venire a contatto con una realtà sempre più rara tra le montagne dell'arco Prealpino. L'itinerario di seguito proposto è da effettuarsi possibilmente nel periodo autunnale, capace di esaltare le calde tonalità dei boschi posti alle pendici della Val Varrone. La passeggiata è del 25 Ottobre 2016 in compagnia di Mario, foto con Canon 750d...

Note tecniche :

Difficoltà : E

Dislivello : 569 metri

Sviluppo : 9,3 Km

Interesse : alpestre, paesaggistico, botanico, faunistico, 

Da Lecco proseguire sulla superstrada in direzione di Colico ed uscire a Bellano, laddove chiare indicazioni suggeriscono di indirizzarsi verso l'aspra Val Varrone. In rapida successione si passano gli abitati di Vendrogno, Taceno e Margno per raggiungere infine Casargo, oltre il quale, svoltando a destra,  si sale con una lunga serie di tornanti all'Alpe Paglio (1386 m.). Dal piazzale sterrato che sorge in prossimità del pascolo sopracitato, bisogna ora incamminarsi sulla vecchia pista da sci (direzione Sudorientale) che, con pendenza sostenute, conduce alla Cima del Laghetto (non esistono segnavia ma in linea di massima bisogna mantenersi paralleli ai tralicci per l'alta tensione). Su quest'ampio pianoro che tutto ricorda fuorché una vetta, si trova una graziosa casetta in legno che contraddistingue la stazione a monte della seggiovia che sale dal Pian delle Betulle. Proseguendo sull'agevole crinale con pendenze decisamente inferiori rispetto a quelle precedentemente affrontate, si raggiunge in circa 20 minuti l'ampia vetta del Cimone di Margno (contraddistinta dalla presenza di una piccola croce in legno), privilegiato punto di osservazione sull'Alta Valsassina, sulla Val Varrone e sui monti circostanti. Il sentiero prosegue mantenendosi sul panoramico spartiacque, conducendoci comodamente verso il colle del Larice Bruciato (1707 metri), raggiungibile dopo aver percorso la dorsale  Sudorientale del Cimone di Margno. Quest'ampia ed amena sella prativa, rappresenta il punto di intersecazione tra il sentiero percorso e la strada sterrata che sale dal Pian delle Betulle. Nelle vicinanze si trovano alcune panchine che ricordano vagamente un'area pic-nic oltre ad una graziosa cappelletta votiva, che bisogna raggiungere risalendo brevemente un prato. Non resta infine che da percorrere l'agevole dorsale Nordoccidentale della Cima di Olino per portarsi sulla terza vetta di quest'oggi. La discesa avviene sulla sterrata che si è incrociata presso il colle del Larice Bruciato e che corre parallela (ma più bassa) rispetto al percorso utilizzato per la salita. In prossimità di un tornante sinistrorso, oramai in vista del Pian delle Betulle, è possibile abbandonare la strada forestale (vedasi fotografia) per incamminarsi su di un sentiero che, inoltrandosi nel bosco, permette di raggiungere rapidamente il pianoro sopracitato. La presenza di molti segnavia rende pressoché impossibile disorientarsi, dunque non resta che indirizzarsi verso Nord per ritrovarsi nuovamente al piazzale dell'Alpe Paglio.


Traccia gps


Il percorso ha inizio da questa pista da sci, posta nelle adiacenze dell'ampio parcheggio dell'Alpe Paglio. (Fotografia fatta al rientro perché in ombra la mattina)


Foschie in "lotta" con i boschi della Val Varrone...


...mentre albeggia sui Monti di Tremezzo...


...e sul versante Sudorientale del Monte Legnone


Prime luci sui boschi della Val Varrone


Larici e foschie


Panorama dal Cimone di Margno


Mario in vetta al Cimone di Margno


La croce di vetta del Cimone di Margno con alle spalle il Pizzo Alto


Paesi che emergono dalle foschie


L'Alpe Oro come appare dalla vetta del Cimone di Margno


Ancora foschie sulla Val Sassina


Alpe Oro come appare dalla vetta del Cimone di Margno


La dorsale Sudorientale del Cimone di Margno


Mario sulla dorsale Sudorientale del Cimone di Margno


Colori autunnali della Val Varrone


Palina segnavia presso la sella del Larice Bruciato


Colori autunnali della Val Varrone


Il versante Nord della Grigna Settentrionale


Colori autunnali


Panorama dai pressi della Cima di Olino


La cappelletta votiva che sorge nei pressi del colle del Larice Bruciato


Mario sulla dorsale Nordoccidentale della Cima di Olino


Boschi della Val Varrone


Dalla Cima di Olino, il crinale che scende verso la Bocchetta di Olino


Colori autunnali


Il Pizzo dei Tre Signori come appare dalla Cima di Olino


Colori autunnali 


Sulla strada che, dal colle del Larice Bruciato, conduce al Pian delle Betulle


I boschi del Pian delle Betulle


Presso questo tornante (attenzione alla palina) è possibile abbandonare la sterrata per indirizzarsi sul sentiero che permette di tagliare direttamente verso il Pian delle Betulle.


Maestosa betulla presso il pianoro omonimo


Betulle


I colori dell'autunno presso il Pian delle Betulle


Il versante Sudorientale del Monte Muggio. Alla prossima...


lunedì 24 ottobre 2016

Cima delle Terre Fredde (2645 m.) e Cima Galliner (2576 m.) da Malga Cadino - Valle di Cadino - Lombardia

Esteso su di una superficie di circa 51 mila ettari quadrati, il Parco dell'Adamello è localizzato sulla sinistra idrografica della Val Camonica. In quest'estesa ed estremamente articolata area geografica ha sede il più vasto ghiacciaio d'Italia, stimato in circa 18 mila metri quadrati, la cui particolare conformazione a raggiera ha originato dall'acrocoro culminante una serie di catene montuose che si suddividono nei sottogruppi del Baitone, del Frisozzo e del Blumone. Per comprendere l'ammaliante unicità di questi paesaggi, è indispensabile, seppur superficialmente, far riferimento alla litologia ( è la scienza che studia le rocce), poiché la varietà geologica presente all'interno di questo territorio rende il Parco dell'Adamello un esempio piuttosto raro nel contesto mondiale. Calcari, porfidi, scisti e dolomia sono solo alcune delle varietà di roccia qui presenti, ma si trova nella tonalite la chiave di lettura della morfologia del territorio. Nota infatti per essere la roccia più "giovane" dell'area, ma allo stesso tempo dura, compatta e priva di qualsivoglia frattura, la tonalite ha disegnato tutta una serie di affilate creste che donano al Gruppo dell'Adamello un aspetto tanto unico quanto massiccio. Originatasi tra i 30 ed i 40 milioni di anni fa in seguito alla cristallizzazione del magma che risaliva dalle viscere della Terra, la tonalite ha assunto un ulteriore caratteristica, l'impermeabilità, che ha inevitabilmente associato il tema dell'acqua a quello del parco. Spettacolari cascate, impetuosi torrenti e la presenza di 50 laghi non possono dunque passare inosservati. Ed allora non resta che indirizzarsi verso il settore meridionale del parco in quel gioiello naturalistico qual'è la Valle di Cadino, per introdursi all'interno di un paesaggio capace di testimoniare grazie ai numerosi dossi montonati, archi morenici, torbiere e specchi d'acqua quanto sopra descritto. Escursione del 02 Settembre 2014 in compagnia di Enrico, foto con Sony Alpha 390...

Eventualmente, per avere un quadro più completo della Valle di Cadino, consiglio di visionare il post sotto linkato che riguarda la salita al Monte Laione :

https://manuelpermonti.blogspot.it/2015/08/lombardia-valle-di-cadino-monte-laione.html 

Note tecniche :

Difficoltà : E 

Dislivello : 840 metri

Sviluppo : non avendo dietro il gps non ho purtroppo un dato attendibile

Interesse : geologico, paesaggistico, floreale, storico


Salendo dalla Val Camonica, in prossimità del paese di Esine, si abbandona la statale per dirigersi verso l'abitato di Bienno e salire successivamente al Passo di Crocedomini. Oltre il valico, bisogna indirizzarsi verso il Goletto del Cadino, superato il quale si perde quota sino a raggiungere la distesa prativa dove si trova la Malga Cadino della Banca. Oltrepassato questo caseificio noto per gli ottimi formaggi, si stacca sulla sinistra una strada sterrata, percorribile solo con 4x4, capace di condurci verso l'inconfondibile sperone roccioso della Corna Bianca, alla cui base meridionale è possibile posteggiare l'auto. Ci si incammina dunque su di un'ampia mulattiera che regala splendidi scorci sul Monte Frerone, sui piccoli Laghetti delle Moie e sul Lago Nero di Cadino. Senza possibilità di errore, tralasciando un sentiero che si dirama alla nostra destra (lo percorreremo in discesa ed è quello che passa sotto le Creste di Laione), si giunge senza troppa fatica al Passo della Vacca (2359 metri), caratterizzato da un macigno dalle vaghe sembianze bovine. Hanno dell'impressionante da questo valico le forme del Cornone di Blumone, massima elevazione del gruppo omonimo. Tra macereti e detriti, bisogna ora indirizzarsi verso la diga del Lago della Vacca, presso la quale sorge lo splendido rifugio Tita Secchi (circa 1 ora dalla partenza). Anche qui, come del resto su gran parte di questo itinerario, è impossibile sbagliare grazie ai numerosi segnavia presenti. Sulla sinistra dell'edificio sopracitato ha infatti sviluppo un ampio sentiero (segnavia Alta Via 1) che in  circa 45 minuti conduce al Passo del Blumone, evidente sella compresa tra l'omonimo Cornone (a destra) ed il Monte Laione (a sinistra). Si tenga presente che, nonostante il sentiero sia artefatto, attraversa caotiche pietraie sulle quali è consigliabile porre un minimo di attenzione. Il passo sopracitato non andrà però raggiunto poiché in prossimità di un bivio sul percorso, piegheremo a sinistra per incamminarci sul "Sentiero Antonioli", capace di condurci presso un fatiscente edificio risalente alla prima guerra mondiale e posto sotto la cresta Ovest del Monte Laione.  Osservando ora verso Sudovest, appaiono vicine le destinazioni odierne, ma il terreno piuttosto accidentato non permette un cammino agevole. Seguendo i radi segnavia bianco-gialli (contraddistinguono il "Sentiero Antonioli") raggiungiamo il Passo di Laione quindi, mantenendosi il più delle volte sull'ampio crinale detritico, si perde quota fino ad una depressione della cresta (sullo spartiacque sono presenti numerosi edifici risalenti al primo conflitto mondiale). Con breve risalita, si guadagna rapidamente la vetta della Cima Galliner, su cui sorge una postazione di vedetta appartenente agli alpini italiani. Scendendo dal versante opposto, su terreno molto franoso e ripido, ci si porta quindi ad un colle roccioso, posto alla base del caotico spallone Orientale della Cima delle Terre Fredde. Evitando di risalirlo direttamente, si intercetta sulla destra una traccia di sentiero che in circa 20 minuti conduce sulla panoramica vetta. Per la discesa, giunti nuovamente al rifugio Tita Secchi, abbiamo sfruttato una piccola variante a partire dal Passo della Vacca. Evitando di percorrere nuovamente la mulattiera che dal rifugio scende alla Corna Bianca, ci siamo indirizzati verso le creste di Laione, poste a Sud del passo sopracitato. Un sentiero trova sviluppo sul loro versante Occidentale, tagliando ripidi prati con una serie di lunghi traversi alternati ad alcuni tornanti. In circa mezz'ora di comodo cammino, si incrocia più a valle la mulattiera  utilizzata per salire al Rifugio Tita Secchi, che andrà seguita in discesa fino alla base meridionale della Corna Bianca.



Cartina del percorso



La Valle di Cadino alle prime luci dell'alba. Al centro della fotografia la conformazione calcarea della Corna Bianca così come appare dalla sterrata percorribile con i 4x4


Primi metri sul sentiero che conduce al Passo della Vacca


I piccoli Laghetti delle Moie 


Dal sentiero è evidente il vallone da risalire per portarsi al Passo della Vacca


Il Lago Nero di Cadino


Il panorama osservabile alle nostre spalle 


L'imponente mole del Cornone di Blumone così come appare dai pressi del Passo della Vacca...


...il cui nome è dato da questo singolare macigno


La diga del Lago della Vacca. Con un altezza di circa 20 metri ed uno sviluppo al coronamento superiore di circa 90 metri, questo manufatto in calcestruzzo fu terminato nel 1927


Dalla sponda Orientale del Lago della Vacca ecco apparire le destinazioni odierne. Da sinistra, la Cima delle Terre Fredde e, molto più piccola nella mole, la Cima Galliner


Il sentiero artefatto che, dal Rifugio Tita Secchi, sale al Passo del Blumone


La palina segnavia che segnala l'inizio del "Sentiero Antonioli". Da qui alla vetta non vi sarà altro segnavia, ma il percorso è abbastanza intuibile ed i segnavia bianco gialli non mancano


Panorama verso il Monte Frerone dal "Sentiero Antonioli"...


...che conduce a questo fatiscente edificio risalente la prima guerra mondiale. Sulla sinistra si intuisce l'anticima del Monte Laione con la sua caotica cresta Ovest


L'edificio sopracitato, con le dovute cautele, è da visitarsi per meglio comprendere le condizioni degli alpini italiani durante il primo conflitto mondiale


Il Lago dell Vacca con sulla destra, in luce, il Monte Frerone, ed in ombra, la Cima delle Terre Fredde


Altro edificio della prima guerra mondiale nei pressi del Passo di Laione


Enrico sul caotico crinale detritico che scende verso la Cima Galliner


Nonostante il meteo vada peggiorando, ecco apparire il lembo meridionale del Lago di Garda...


...ed i ghiacciai del Gruppo dell'Adamello


Il lungo crinale detritico appena percorso...


...si mantiene sempre a vista della Cima delle Terre Fredde


Un'altra postazione militare posta sul versante Nord della dorsale spartiacque


Il Monte Frerone come appare dalla Cima delle Terre Fredde


Da sinistra, il Monte Laione ed il Cornone Blumone. Il "Cristo dei Monti", cioè la piccola scultura che sorge in Cima alle Terre Fredde, è disteso a seguito dei forti venti che nei giorni precedenti avevano colpito la zona. Ovviamente, con Enrico, lo riposizionammo nella corretta maniera nonostante io non ami la presenza di questi ed altri simboli sulle vette dei monti


Il Pizzo Badile Camuno


L'interminabile dorsale del Monte Baldo come appare dalla Cima delle Terre Fredde


Sulla linea dell'orizzonte, i giganti della Val Brembana. E' infatti facilmente distinguibile il Gruppo del Pizzo del Diavolo di Tenda


In questa fotografia è esemplare la morfologia del territorio a seguito della presenza di tonalite, con le affilate creste che si dipartono a raggiera


Il Monte Frerone


In fotografia, è visibile buona parte del percorso utilizzato per salire alle Terre Fredde


Il colle roccioso posto alla base del caotico spallone Orientale della Cima delle Terre Fredde. Sulla sinistra è visibile la Cima Galliner, mentre al centro della fotografia il severo versante Nordoccidentale del Cornone di Blumone


Lo spallone Orientale della Cima delle Terre Fredde come appare dal colle roccioso. La traccia di sentiero non sale per questo pendio ma lo aggira inizialmente sulla destra


Cornone di Blumone e Lago della Vacca come appaiono da Cima Galliner


Lo sbarramento del Lago della Vacca. L'invaso contiene mediamente un volume annuale di acqua pari a 2,5 milioni di metri cubi


Il Gruppo del Pizzo Bernina


Enrico in visita alla postazione militare posta in vetta alla Cima Galliner


Il Cornone di Blumone


Il Monte Laione


Il Lago della Vacca (siamo poi scesi senza traccia al Rifugio Tita Secchi, evitando di ripercorrere il "Sentiero Antonioli". Dunque alcune prospettive potrebbero trarre in inganno!)


Il Cornone di Blumone


Da sinistra, Cima delle Terre Fredde e Cima Galliner


Il Rifugio Tita Secchi


Le Creste di Laione come appaiono dai pressi del Passo della Vacca


Dal passo, è evidente sulla sinistra il sentiero che andremo ad utilizzare per la discesa. La mulattiera si sviluppa invece sulla destra della fotografia ma resta in parte fuori campo. Alla prossima...