Il Gruppo dello Zuccone dei Campelli è un imponente massiccio calcareo le cui forme ricordano vagamente un ferro di cavallo, coronato da numerosi torrioni e pinnacoli rocciosi. La maggiore elevazione di questo massiccio montuoso, si erge elegante e maestosa sul sottostante anfiteatro naturale della Valle dei Camosci, conca straordinariamente severa e solitaria nonostante la relativa vicinanza del comprensorio sciistico di Bobbio. Davvero numerose le vette qui presenti che, seppur non presentando mai dislivelli particolarmente significativi, permettono di effettuare escursioni di tipo alpinistico, circondati da un ambiente che può far pensare con piacere alle lontane Dolomiti. Zucco di Pesciola, Corna Grande di Valtorta, Denti dei Mughi, Zucco Barbesino ed altri loro satelliti, grazie alla presenza di un paio di vie ferrate (Minonzio per lo Zuccone dei Campelli e Pesciola per l'omonima vetta) e di alcuni canaloni, si prestano ad appaganti e più che gratificanti salite estive ed invernali, marcando ulteriormente il carattere alpinistico di questo massiccio montuoso. Per fama e frequentazione "spiccano" due canali invernali, posti nel settore Nord/Nordoccidentale del gruppo: nello specifico sono il Canalone dei Camosci, con l'eventuale variante alta per il Cristo delle Vette, e il Canale della Madonna allo Zucco di Pesciola. Entrambi mai difficili, ma dall'inevitabile approccio alpinistico, ben si prestano alle attenzioni di tutti coloro che, andando per gradi, hanno intenzione di muovere i primi passi di arrampicata o, nella stagione invernale, con picozza e ramponi. E' però ugualmente possibile avvicinarsi ad alcune di queste aeree vette grazie anche alla fitta rete di sentieri che, con partenza dai Piani di Artavaggio, permettono avvicinamenti meno tecnici e più sicuri per la vetta dello Zuccone dei Campelli o per la Corna Grande di Valtorta. Oggi saliremo la maggiore di queste elevazioni, quotata 2161 metri sul livello del mare, con partenza appunto dai "miei" amati Piani di Atavaggio e facendo uso degli impianti di risalita. Passeggiata del 16 Luglio scorso in compagnia di mia moglie Aurora, Enzo, Mario, Giovanna, Alessandra, Roberto ed Enrico, foto con Canon 750d...
Note tecniche:
Difficoltà : EE (per via dell'esposizione sono da percorrere con attenzione gli ultimi metri di cresta e l'intaglio attrezzato con catene che attraversa il canalone S.E.M.)
Dislivello : 676 metri
Sviluppo : 10, 6 Km
Interesse : paesaggistico, botanico
Da Lecco si prosegue per il Colle di Balisio fino a raggiungere il paese di Moggio, laddove è possibile parcheggiare nei numerosi piazzali posti nelle vicinanze della funivia. Utilizzando quest'ultima (12 euro A/r), si sale rapidamente ai Piani di Artavaggio incamminandosi poi verso il vicino Rifugio Sassi Castelli, posto alla sinistra della stazione a monte degli impianti di risalita. Raggiunto lo storico edificio appartenente alla
S.E.L. (a giorni compirà il 90esimo anniversario), ci si abbassa per prati alla
piccola cappella votiva laddove, sulla sinistra e nel bosco, si scende
ripidamente per traccia. Distratti dalle splendide fioriture stagionali di
Giglio Martagone, si incrocia dopo alcuni minuti un evidente sentiero che andrà
ignorato proseguendo diritti (è quello che proviene dal Rifugio Casari e scende verso la stazione a
valle della funivia) ed indirizzandosi verso la base di una parete rocciosa
su cui hanno sviluppo alcune vie di arrampicata sportiva. Alcuni segnavia a
vernice riportano il numero 30, ossia il sentiero che collega i Piani
sopracitati ai Piani di Bobbio. Seguiremo dunque a mezzacosta e nel bosco
questa traccia che, dopo aver traversato in piano alcune forre, incrocia un
sentiero proveniente dalla sinistra della valle. Deviando ora a destra (Nord),
si guadagna quota in un canale boscoso per uscirne in prossimità di una strada
sterrata ad uso privato degli alpeggi. Seguendola brevemente a sinistra, si
arriverà ad una curva dove sorge una palina segnavia, che suggerisce di
svoltare a destra verso il già osservabile Rifugio Cazzaniga-Merlini
(proseguendo sulla pista forestale si arriva invece nell'area della Casera dei
Campelli, laddove al colletto del Faggio ha anche inizio il Sentiero degli
Stradini). Raggiunto in circa un'ora dalla partenza il rifugio sopracitato, altri evidenti segnavia invitano a seguire ad Occidente sull'ampio sentiero 101 che va
indirizzandosi verso una larga sella prativa posta tra la Cima di Piazzo e
l'inizio della dorsale Orientale dello Zuccone dei Campelli. Senza alcuna possibilità di errore, seguiremo l'ampio sentiero che raggiunge inizialmente una baita con annessa pozza di abbeverata e poco oltre un evidente bivio segnalato dall'ennesima palina. Evitando la traccia di destra che va indirizzandosi verso la Bocchetta dei Mughi, si avanza su quella di sinistra che porta rapidamente a guadagnare quota sulla dorsale Est dello Zuccone. Mantenendosi a volte sul filo ed altre no, si prosegue piuttosto comodamente fino a raggiungere l'anticima meridionale della montagna (essa è contrassegnata da una specie di antenna). Infine, con le dovute cautele per via dell'elevata esposizione, si oltrepassa l'uscita del Canalone dei Camosci per raggiungere la breccia rocciosa del Canalone S.E.M. Un'aereo passaggio con catene permette di calarsi alla base dell'intaglio, per risalire dalla parte opposta (passi di II grado non attrezzati) e raggiungere una cengia inverosimilmente esposta, oltre la quale si perviene per facili roccette alla vetta odierna. Un'eventuale variante osservabile dalla traccia gps (prima fotografia) permette inoltre di portarsi al Cristo delle Vette, posto in panoramica posizione sullo Zucco di Pesciola. Questa vetta non quotata sulle carte la si raggiunge dall'anticima meridionale dello Zuccone dei Campelli, piegando ad Ovest su di una traccia che, dopo alcuni passaggi in disarrampicata, permette di toccare quest'altro splendido pulpito panoramico sui Piani di Bobbio. Discesa per lo stesso itinerario di salita, con la sola differenza di aver scelto la strada sterrata che, dal Rifugio Cazzaniga-Merlini conduce alla stazione a monte degli impianti di Artavaggio. Un grazie particolare a Giacomo, Achille, Rocco e Ruggero, per averci al solito ospitato presso il Rifugio Casari dove abbiamo pranzato ottimamente.
Traccia gps...
Un bel Giglio Martagone posto nelle vicinanze della cappelletta votiva
Siamo sul sentiero numero 30 in direzione dei Piani di Bobbio...
...ma in prossimità di un vallone piegheremo a destra per andare ad incrociare più a monte una strada sterrata dalla quale è stata scattata questa fotografia
Una splendida Sassifraga Mutata
Altra delicata ed armoniosa fioritura di Genziana Alata
Il Rifugio Cazzaniga-Merlini, posto in splendida e panoramica posizione verso la Valsassina
Alla sinistra della fotografia è visibile la sterrata che abbiamo brevemente percorso fuoriuscendo dal vallone citato in relazione. Proseguendo su di essa (in direzione delle Grigne) si imbocca il noto Sentiero degli Stradini (EE) che collega Artavaggio con i Piani di Bobbio
Dalla terrazza del Rifugio Cazzaniga-Merlini è intuibile il percorso che ci attende per lo Zuccone dei Campelli. Bisogna traversare a destra per comodi pendii fino a raggiungere l'ampia dorsale Orientale della montagna.
In primo piano, lo Zucco di Maesimo, sormontato dall'inconfondibile profilo del Resegone, così come appaiono dal Rifugio Cazzaniga-Merlini
Una splendida e profumatissima Nigritella
Prati di Bistorta incorniciano lo Zuccone dei Campelli
Aurora, mia moglie, con alle spalle il Pizzo de Tre Signori (al centro della fotografia) e la Cornetta di Valtorta (sulla destra della fotografia)
Il bivio presso il quale si abbandona il sentiero 101 per la Bocchetta dei Mughi in favore della traccia che inizia a salire la dorsale per la vetta dello Zuccone dei Campelli
Aurora e Mario
Fioritura di una Genziana Purpurea
Lo splendido versante Occidentale della Cornetta di Valtorta come appare dalla dorsale Orientale dello Zuccone dei Campelli. Sullo sfondo si intuisce la mole del Monte Disgrazia
Sul sentiero che raggiunge l'anticima Sud (contrassegnata da un'antenna) dello Zuccone dei Campelli
Aurora con alle spalle la vetta dello Zuccone dei Campelli
Salendo all'anticima meridionale, la dorsale va facendosi più stretta ed aerea assumendo le caratteristiche di una cresta
Il gruppo in prossimità dell'uscita del Canalone dei Camosci
Gli ultimi aerei metri che conducono alla breccia del Canalone S.E.M.
Il professore all'interno dell'intaglio che permette di attraversare il canalone S.E.M.
Panorama dalla vetta dello Zuccone dei Campelli sui Piani di Bobbio...
...e verso la Cima di Piazzo, Aralata, Baciamorti e Monte Sodadura
L'armoniosa piramide del Monte Sodadura con alla sinistra della fotografia, in secondo piano, il massiccio del Monte Alben
Sulla sinistra, l'anticima meridionale come appare dalla vetta principale
Panorama molto ampio verso le Orobie Bergamasche ed oltre, il Disgrazia ed il _Gruppo del Bernina
In primo piano, da sinistra, la Cornetta di Valtorta, la Cima di Piazzo e Aralalta-Baciamorti. In secondo piano, spiccano sulla destra le piramidi del Pizzo Arera e della Corna Piana mentre al centro della fotografia è intuibile la Presolana
Escursionista sulla ferrata Minonzio
Panorama verso il Monte Disgrazia ed il gruppo del Bernina
La tavola orientativa in vetta allo Zucconde dei Campelli
La Cornetta di Valtorta come appare dall'intaglio del Canalone S.E.M.
Il professore alle prese con il passaggio attrezzato del Canalone S.E.M.
Nuovamente in discesa dall'anticima Sud...
... da cui è eccezionale il panorama
Aurora sul sentiero che scende dalla dorsale Orientale dello Zuccone dei Campelli
Il Pizzo dei Tre Signori
Le sinuose ed eleganti forme piramidali del Monte Sodadura
La Cima di Piazzo nel suo versante meridionale
Il Rifugio Cazzaniga-Merlini con alle spalle lo Zuccone dei Campelli
Semplicemente orgoglioso di te Aurora....Ti amo...Ed alla prossima...