mercoledì 9 marzo 2016

Monte Sodadura (2010 m.) - Valsassina - Lombardia

Montagna aggraziata nelle forme, nonché icona dell'intera piana di Artavaggio (nonostante non rappresenti la maggiore elevazione del gruppo, che vede nello Zuccone dei Campelli il suo apice), il Monte Sodadura è a giudizio di molti escursionisti una meta di non difficile raggiungimento dalla cui vetta è privilegiato il panorama su buona parte delle Prealpi Bergamasche e Lecchesi. La quota "modesta" non deve però trarre in inganno, poiché eventuali condizioni avverse possono "ridisegnare" con pericolose cornici le sue eleganti creste di salita, rendendo delicato il progredire verso la vetta di questa affascinante piramide erbosa. L'attraversamento di alcuni pianori, dove numerosi sono sparsi dei rifugi (con particolare menzione per il Rifugio Casari, dove alcuni anni fa mi sposai) permette comunque un caldo ricovero qualora colpiti da improvviso maltempoL'escursione è del 6 Marzo 2016, foto con Canon 750d...   

Eventualmente, per avere un quadro più completo dell'area dei Piani di Artavaggio e delle relative montagne, consiglio di visionare i post sotto linkati :

https://manuelpermonti.blogspot.it/2016/07/zuccone-dei-campelli-2161-m-dai-piani.html (Salita estiva allo Zuccone dei Campelli)

https://manuelpermonti.blogspot.it/2015/03/lombardia-piani-di-artavaggio-monte.html (Salita invernale alla Cima di Piazzo ed al Monte Sodadura)

Note tecniche :

Difficoltà : EE (nelle condizioni odierne, la vetta va affrontata con le dovute cautele e con il personale invito  nell'evitare qualsivoglia traverso, in particolare sul versante Settentrionale che appare molto carico ed instabile. Consiglio vivamente di affrontare la montagna esclusivamente per le sue creste!!!)

Dislivello : 1172 metri (per chi partisse da Moggio evitando l'utilizzo della funivia)

Sviluppo : 15,7 Km

Interesse : paesaggistico


Moggio è un piccolo paese della Valsassina agevolmente raggiungibile in autovettura dal Colle di Balisio. Esso è servito da funzionali impianti di risalita che, per chi volesse utilizzarli (12 euro a/r), permettono di risparmiare circa 750 metri di dislivello. Chi invece volesse rinunciare alla comodità della funivia, poco oltre la stazione a valle degli impianti, in prossimità di un tornante destrorso sulla strada che sale alla Culmine di San Pietro, sorge un ampio piazzale sterrato dove poter posteggiare l'autovettura. Qui ha inizio un'ampio ed evidente sentiero che sale nel bosco con pendenze mai eccessive fino ai Piani di Artvaggio (palina segnavia 24 per Rifugio Sassi Castelli, Rifugio Nicola, ed altri ancora che sorgono ai Piani Artavaggio). Una volta giunti al soleggiatissimo pianoro (non sarà il caso odierno), tutto risulta ben visibile, in particolare le eleganti forme piramidali del Sodadura che chiudono a Nordest la piana di Artavaggio. Si passa dunque a Nord della stazione a monte della funivia (restandogli sotto), per indirizzarsi successivamente verso il Rifugio Casari (1638 metri). Oggi non si vede una mazza, si è prossimi al noto effetto del White out, ma la traccia è ben marcata dato che ci sono ciaspolatori in cerca di lauti pranzi. Oltrepassato quindi il rifugio sopracitato, si intercetta la più ampia traccia (segnalata da paletti) che con dolce pendenza e qualche tornante conduce al Rifugio Nicola (1870 metri). Una netta svolta verso Sudest permette di portarsi alla base della cresta Nordoccidentale del Sodadura, fortunatamente tracciata da poche persone che ci hanno anticipato (quattro audaci sono saliti dalla cresta Sud faticando non poco per ridiscendere poi dalla Nordovest!!!). Solita attenzione sullo spigolino roccioso che resta da scalinare e non da affrontare, come ho purtroppo assistito, con ciaspole ai piedi. Discesa per lo stesso itinerario di salita, un caro ed affettuoso saluto al professor Tommaso ed alla moglie Elisabetta, odierni e casuali compagni di escursione, capaci in condizioni decisamente sfavorevoli di salire per la prima loro volta in vetta a questa panoramica montagna.  



Cartina dell'area dei Piani di Artavaggio



Ambiente incantevole ed immacolato...


...con le Grigne nel loro solito turbinio di vapori


Oltrepassato il Rifugio Casari, si intercetta la traccia che sale al Rifugio Nicola. Oggi è una vera processione di ciaspolatori e scialpinsiti, qui in prossimità dell'ex Rifugio Aurora


Di riflesso, la foto alle mie spalle oltrepassato l'ex Rifugio Aurora


In prossimità del Rifguio Nicola, appare alla nostra destra la cresta Nordoccidentale del Monte Sodadura. Una coppia di escursionisti, nonostante il pessimo meteo, è visibile alla sua base mentre scendono dalla vetta


Il Rifugio Nicola


Elisabetta e Tommaso in pieno White out (effetto che annulla la profondità di campo a causa della notevole presenza di neve)


Appare l'elegante cresta Nordoccidentale del Monte Sodadaura...


...mentre alle spalle le dense nubi e foschie stanno per inghiottire il Rifugio Cazzaniga Merlini 


Per un attimo schiarisce sulla Cima di Piazzo, presa d'assalto dai numerosi ciaspolatori


Decisamente più vergine ed appagante in queste condizioni la salita al Monte Sodadura. Qui mi trovo alla base della cresta Nordoccidentale, in attesa...


...di una rapida schiarita sul versante Nord...


...nonché del passaggio di Tommaso ed Elisabetta


Una più ampia schiarita permette una visione più completa verso la Cima di Piazzo e la Cornetta


Mentre sui piani di Artavaggio il tempo va rapidamente peggiorando


Panorama dalla cresta Nordoccidentale del Monte Sodadura


Panorama dalla vetta


Croce di vetta con il ripido versante Sudorientale prossimo ad essere inghiottito dalla nubi e dalle foschie


Un'orgia di vapori e scontri di pressione permette l'unico scatto un poco decente dell'escursione. Dalla vetta ecco dunque apparire in lontananza il Monte Aralalta ed il Pizzo Baciamorti con visibile sulla destra la Bocchetta di Regadur


Il dirupato versante Nordoccidentale del Monte Aralalta e del Pizzo Baciamorti


Difficile a comprendersi ma in foto appare la cresta Sud del Monte Sodadura vista dalla vetta


Ambiente incantevole ma inizia a nevicare...


...decisamente forte!!! In fotografia la chiesa dei Piani di Artavaggio dove sei anni fa ho celebrato il mio matrimonio (ovviamente nevicava anche allora!!!)


Per meglio orientarsi pubblico questa fotografia. In alto a sinistra appare la cappelletta votiva ed la struttura del Rifugio Sassi Castelli. Il vallone dove ci stiamo indirizzando rappresenta la via di salita e discesa da Moggio evitando la funivia


Passaggio sotto la cappelletta votiva


Nevica copiosamente anche durante la discesa nel bosco che appare però incantato come mai (segnavia 24 per Moggio)


Tommaso ed Elisabetta durante la discesa nel bosco


Tommaso in prossimità di un grosso abete appesantito dalle abbondanti nevicate di ieri e di oggi...


...che altro non posson fare se non rendere incantevole e fiabesco l'ambiente circostante. 
Alla prossima ed attenzione che il manto nevoso non è consolidato!!!




2 commenti:

  1. Tanta tanta voglia di neve .... la zona non la conosco, mi ricordo che l'avevi citata in occasione di un post sul tuo matrimonio, l'ambiente mi sembra molto simile al mio alto appennino emiliano con quote comprese tra i 1700 e i 2100 metri (dico mio ma mi ci vogliono 2,30 ore d'auto per arrivarci!!! ). Christian

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    1. Una goduria totale domenica scorsa caro Christian... Ora passo la palla a te altrimenti mia moglie mi bastona per dovere! Un caro abbraccio ed una buona giornata

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