Al centro di quella che può essere definita un'isola montuosa attorniata dalle splendide acque del Lago di Como (mi riferisco al Triangolo Lariano), si elevano tre ben distinte elevazioni di dolomia chonchodon, note sulle carte come i Corni di Canzo. Il toponimo ha origine dal piccolo paese posto all'imbocco della Val Ravella, probabilmente perché le prime salite alle vette avvenivano dal dolce versante canzese. Se però osservate dal loro settore meridionale, ed in particolare da Valmadrera, queste protuberanze rocciose appaiono non più tre, bensì quattro. Il Corno Rat, celebre per la sua parete Sudest ma meno alto e visibile dei suoi "fratelli maggiori", appartiene infatti alla stessa conformazione, essendo composto dalla stessa dolomia. Ma non è solo la geologia ad accomunare queste inospitali vette. Tutti i corni posseggono di fatto almeno un versante così scosceso da trasformarlo in ripida parete, su cui hanno sviluppo innumerevoli vie alpinistiche "disegnate" da straordinari personaggi dell'alpinismo lombardo e non. Si pensi a Delfino Formenti, Antonio Rusconi, Giorgo Tessari, Eugenio Fasana, Vitale Bramani e decine di altri ancora che non sto a citare per evitare approfondimenti che richiederebbero numerose pagine di scrittura dedicata.
La più alta elevazione di questo gruppo, nonché maggiore per estensione, è dunque il Corno Occidentale di Canzo, caratterizzato da quattro versanti estremamente scoscesi che rendono pressoché inevitabile l'utilizzo delle mani da qualsivoglia via lo si desideri salire. Nel nostro caso, cioè salendo dal Rifugio Sev alla Forcella dei Corni per immettersi poi nel canalino Settentrionale, le difficoltà sono brevi e piuttosto contenute (max II° grado), ma consiglio vivamente di indossare il casco per prevenire spiacevoli incidenti. Escursione del 4 Agosto scorso in compagnia di Mario, foto con Canon 750d...
La più alta elevazione di questo gruppo, nonché maggiore per estensione, è dunque il Corno Occidentale di Canzo, caratterizzato da quattro versanti estremamente scoscesi che rendono pressoché inevitabile l'utilizzo delle mani da qualsivoglia via lo si desideri salire. Nel nostro caso, cioè salendo dal Rifugio Sev alla Forcella dei Corni per immettersi poi nel canalino Settentrionale, le difficoltà sono brevi e piuttosto contenute (max II° grado), ma consiglio vivamente di indossare il casco per prevenire spiacevoli incidenti. Escursione del 4 Agosto scorso in compagnia di Mario, foto con Canon 750d...
Note tecniche :
Difficoltà : EE (Turistica fino al Rifugio Sev poiché ampia strada asfaltata, EE per la vetta)
Dislivello : 582 metri
Sviluppo : 7,57 Km
Interesse : botanico, paesaggistico
Attrezzatura : casco consigliato per la risalita del canalino
Da Lecco seguire la SS 583 "Lariana" per Bellagio fino a raggiungere l'abitato di Onno, laddove bisogna immettersi sulla strada che sale verso la Valbrona. Una volta giunti al paese di Maisano, si devia a sinistra (indicazioni stradali per Rifugio Sev) e, in forte pendenza, si prosegue fino al termine della carrozzabile presso l'Alpe Oneda (sbarra metallica che vieta l'accesso più a monte). Bisogna ora incamminarsi oltre la sbarra metallica e seguire noiosamente il nastro d'asfalto che va indirizzandoci verso l'edificio della Sev (1229 metri), posto ad un'ora e mezza di distanza dall'alpeggio sopracitato. Fortunatamente, la presenza di alcune fioriture, distrae da questo passaggio piuttosto monotono che è comunque evitabile seguendo il sentiero per la Costa dell'Avvocato che relazionerò in altro post. Giunti dunque a Pianezzo, ampio pianoro su cui sorge la struttura gestita dai soci della Sev, si segue un sentiero che, alle spalle del rifugio, va indirizzandosi verso la Forcella dei Corni, panoramica sella posta tra il Corno Occidentale e quello Centrale (evidenti paline segnavia aiutano l'orientamento che risulta comunque facile ed intuitivo). Giunti a questa forcella boschiva, si svolta con decisione a Ovest (segnavia per il Corno Occidentale) per proseguire fino alla base di un facile canalino (I° grado), salito il quale si raggiunge nuovamente per sentiero un secondo canale, decisamente più erto, che conduce sulla cresta Est della meta odierna. L'arrampicata in questo passaggio è da fare con le dovute attenzioni per via delle maggiori difficoltà (II° grado) e, nella parte superiore, quando cioè la pendenza si abbatte, della notevole esposizione. Attenzione inoltre a non smuovere sassi perché sotto può sempre esserci qualcuno di cui non bisogna mai dimenticarsi, a mio giudizio meglio avere un casco. Fuoriusciti quindi dal secondo canalino, non resta che da percorrere brevemente la cresta Orientale del Corno Occidentale fino a portarsi alla croce di vetta, dalla quale nelle belle giornate è davvero appagante il panorama sul ramo lecchese del Lago di Como. Discesa per lo stesso itinerario di salita...
Traccia gps
Fioritura di Aconito Napello
Fioritura di Aconito Lycoctonum
Il Corno Occidentale di Canzo come appare dal sentiero che, dal Rifugio Sev, sale alla Forcella dei Corni
Mario alla Forcella dei Corni di Canzo
Il primo canalino da risalire, nulla di trascendentale ma da fare comunque con cautela perché spesso umido nelle prime ore del mattino
Campanule dell'Arciduca...
...note anche come Campanula Raineri
Mario in vetta al Corno Occidentale
Purtroppo il periodo estivo non è l'ideale per godersi appieno l'ottimo panorama di cui sono capaci i Corni di Canzo. Nelle foschie è comunque intuibile l'abitato di Mandello del Lario
Autoscatto in vetta
Targa alla base della croce
Il Corno Centrale di Canzo come appare dal suo "fratello" Occidentale
La cresta Occidentale con il caratteristico Passo della Vacca
Sulla breve cresta Orientale del Corno Occidentale
Nuovamente giù per il ripido ma breve canalino
Mario alle prese con la discesa nel canalino
Altra splendida Campanula Raineri nel canalino
Mario nella parte inferiore del canalino...
...dalla quale è in parte visibile la parte superiore...
...ed il panorama purtroppo precluso oggi dall'elevata umidità estiva
Il presepe posto alla base del canalino del Corno Occidentale
La parte inferiore del canalino come appare dal sentiero che si porta alla sua base
Un garofanino selvatico
Segnavia presso la Forcella dei Corni
Farfalla pafia, nota anche con il nome Tabacco di Spagna
L'Alpe Oneda, punto di partenza di questa escursione...Alla prossima...
Ottima relazione e splendide foto (come il solito) di una zona a me arcinota.
RispondiEliminaUn piccolo dilemma però mi tormenta .. ..
Come mai gli Aconiti che vedo io di solito hanno infiorescenze verticali, mentre quello da te fotografato ha fioritura orizzontale ?
Trattasi forse di nuova specie botanica ? ;-)
Azzzzz! Graziano ma a me puoi domandare giusto dov'è il nord ed il sud! Per questo devi chiedere al professore! Comunque parlando seriamente era un infiorescenza appesantita ecco il motivo dello sviluppo orizzontale, tanto più che c erano rami che ne impedivano lo sviluppo verticale! Il canalino era pieno di fantastiche campanule, continuavo a fotografare giuro! Ti abbraccio forte come al solito...
EliminaBravi mi spiace di non essere stato con voi, bella relazione e belle foto, ricorda quello che ti ho detto ieri sul calcare a Conchodon
RispondiEliminaCaspita prof! Non ho corretto stupidamente! Dunque la geologia del gruppo è a favore del calcare e non della dolomia! Correggimi se sbaglio ed ora provvedo con il corretto nome della farfalla! Ovviamente grazie per quanto mi insegni...
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